Da atleta top della Sierra Leone a homeless a Londra

La storia di Jimmy Thoronka può essere vista da diversi punti di vista.
Jimmy è un atleta della Sierra Leone che ha partecipato ad agosto 2014 ai Giochi del Commonwealth a Glasgow. Dopo aver ricevuto la notizia della morte di tutta la sua famiglia per l’ebola decide di non tornare più a casa. Fa perdere le sue tracce finché la polizia di Londra non lo ritrova affamato e senza passaporto in un parco. Jimmy ha trascorso tutto l’inverno vivendo e dormendo nei parchi. Si è scaldato restando il più possibile sugli autobus e allenandosi.
Il Guardian ha raccontato la sua storia e uno studente inglese, Richard Dent, ha aperto una sottoscrizione pubblica per aiutare Jimmy e ha fin qui raccolto più di 30.000 euro.

Un dramma personale

La prima lettura è quella umana e giornalistica: un dramma di un uomo che è anche quella di un popolo, in cui intere famiglie sono state sterminate dal virus dell’ebola. È anche il dramma di un atleta che ha vissuto i fasti delle competizioni internazionali e l’oblio, anche se in questo caso voluto, sebbene costretto.

L’atleta ha una missione

Un’altra ettura che se può dare: Jimmy dice “Volevo essere un atleta, un buon atleta. Ho un sogno e così ho continuato a dirmi Ok, continua ad allenarti”. Sia per scaldarsi (Jimmy è abituato a ben altre temperature) sia per non perdere la forma, continua a fare quello che sa fare meglio: corre, fa esercizi nelle palestre all’aperto che trova nei parchi. Non si abbatte e se non può competere, vincere e vivere almeno cerca di sopravvivere.

Quando serve l’informazione

La sua è anche la storia di come l’informazione possa servire ad aiutare: se non ne avesse parlato il Guardian nessuno avrebbe saputo chi era quell’uomo che ogni tanto vedeva per strada o sull’autobus. E nessuno avrebbe aperto una sottoscrizione e avrebbe ridato a Jimmy una speranza.

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