E tu conosci la tecnica Dorayaki?

È una tecnica difficile più delle ripetute. Perché resistere ai dorayaki è impresa ardua, assai. Alternativa nipponica ai pancake, i Dorayaki sono buonissimi, soffici e incredibilmente morbidi. Ogni volta che li preparo penso sempre alla Signora Toku; così mentre che ci siamo ti consiglio pure un bellissimo romanzo di Durian Sukegawa da cui è stato tratto anche un film di Naomi Kawase che ha aperto il Festival di Cannes nel 2015. L’indimenticabile signora Toku con i suoi magici Dorayaki ti entra dentro per non andare più via sotto il fiorire dei ciliegi. Si chiama Dora perché ricorda il gong giapponese, ovvero tondo e perfetto. Generalmente è imbottito da Anko/an ovvero ripieno di fagioli azuki (buonissimo!) ma anche con la crema spalmabile di ogni tipo e sorta è di rara bontà. Sciroppo d’acero nell’impasto e preparazione leggermente diversa dai classici pancake i Dorayaki sono una sorta di religione, tanto quanto l’adorabile signora Toku.

La Ricetta

  • 175 grammi di farina
  • 150 ml di acqua
  • 70 grammi di zucchero
  • 3 uova
  • un cucchiaio di sciroppo d’acero
  • un cucchiaino di lievito per dolci
  • olio vegetale

Sbatti le uova con lo zucchero, l’acqua e lo sciroppo d’acero. Aggiungi la farina setacciata insieme al lievito e poi lascia riposare per 30 minuti. Ungi la padella antiaderente e versa al centro un mestolo di impasto. Lascia cuocere per qualche minuto a fuoco basso e quando il lato superiore che vedi è bucherellato giralo e fai cuocere un altro po’ fino a quando si stacca ed è ben dorato. Continua fino a quando si esaurisce l’impasto e poi servili come preferisci. Puoi anche imbottirli con marmellate, confetture e creme di cioccolato.

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