L’importante è fare

100 metri sono meglio di zero e fare qualcosa anche di piccolo e insignificante è meglio che non fare niente. Nel dubbio, scegli sempre di fare


  • Fare poco è sempre meglio che non fare nulla.
  • L’allenamento mentale è importante quanto quello fisico; le piccole azioni contribuiscono a raggiungere l’obiettivo.
  • La mente controlla emozioni e obiettivi; piccoli passi costanti portano a risultati duraturi.

 

Ripetiamo spesso ma ne vale sempre la pena: “Anche cento metri sono meglio di zero”. Non si tratta solo di un consiglio di corsa ma piuttosto di vita: significa che se devi scegliere fra il fare e non fare qualcosa che sai che ti farà bene (ma ti costerà fatica), è meglio scegliere di farla, anche se per poco tempo.

Vale per la corsa ma, come spesso succede a tutto ciò che riguarda la corsa, vale anche per altri ambiti e, più in generale, per tutta la vita.

Vuoi qualche esempio? Se hai 10 minuti buchi perché aspetti qualcuno o il treno non è ancora arrivato hai diverse opzioni: puoi scrollare i social e mettere qualche like, leggere un libro, guardare l’orizzonte o chi ti sta attorno. Personalmente ritengo le ultime due opzioni come preferibili, la prima da evitare. Lo dico a me stesso, consapevole che il più delle volte sono il primo a cadere nella trappola.

Perché il valore di queste tre azioni è diverso? Semplice: le ultime due accrescono e stimolano la mente, la prima agisce quasi sempre solo a livello emotivo, gratificandoti superficialmente o deprimendoti (“Come ha fatto il Gianni a permettersi le vacanze a Bali? Evaderà di certo!” oppure “Ma tu guarda la Paola, è riuscita la dieta eh? Certo che mostrarsi in costume alla sua età, che mancanza di buon gusto”).

Affilare lo strumento

La mente si allena esattamente come il corpo: con l’esercizio. Lo sanno gli scrittori, gli sportivi, le musiciste o le scienziate. L’esercizio non è solo fisico ma anche mentale. Quello della mente comporta concentrazione, applicazione, capacità di focalizzarsi su un compito preciso e di filtrare tutte le distrazioni.
Le distrazioni, appunto. I social sono una distrazione ma in genere tutto ciò che è studiato scientificamente per attrarre e catturare la nostra attenzione lo è. Per riuscirci sfrutta il meccanismo della ricompensa emotiva, altrimenti detta dell’”adrenaline shot”: la gratificazione istantanea, quella immediata e intensa ma che dura altrettanto poco. Svanisce poiché non ha sostanza ed è mutevole come le emozioni.

Allenare la mente significa invece sapere controllare le emozioni, che non vuol dire ignorarle o non provarle: significa dare loro il giusto peso, non lasciarsene sopraffare. E riuscirci, converrai, è importantissimo anche nello sport perché ti permette di non perdere mai di vista l’obiettivo, sapendo che la vera gratificazione è durevole ma difficile da conquistare e che gli incidenti di percorso possono essere superati e non devono fermarti.

Una mente allenata e forte ha sempre una visione d’insieme e non perde mai la direzione. Può perdere la strada, ma ritrova sempre i punti cardinali. Può insomma essere frenata o distratta da ciò che accade lungo il percorso per arrivare all’obiettivo ma sa sempre dove deve andare.

Nel dubbio, fai qualcosa

Cosa c’entra la mente con i cento metri che sono meglio di zero e con l’allenamento della mente? C’entra eccome. Quei 100 metri o quelle poche pagine di libro lette mentre aspetti il treno aggiungono mattoni all’edificio della tua preparazione, che sia atletica o mentale. Ogni cosa davvero grande si costruisce per piccoli elementi: i metri corsi su strada, le pagine lette, i passi che ti avvicinano a un obiettivo.

Molto spesso pensiamo che gli sforzi siano grandissime concentrazioni di fatica in un tempo limitatissimo. Questa immagine ci viene dal cinema e dalle storie ma è tale per esigenze narrative, ossia il dire in poche parole cose grandi. Nella realtà tutto è più diluito e i risultati che ci si prefigge non si raggiungono in pochissimo tempo con uno sforzo da supereroi ma in un tempo molto più diluito e con sforzi più contenuti ma costanti.

100 metri oggi e cento domani fanno i chilometri sulla strada, due pagine oggi e 10 domani fanno un libro intero.
Sei su una strada, siamo tutti su una strada metaforica: la percorriamo poco alla volta, per arrivare dove vogliamo e possiamo andare, evitando possibilmente le distrazioni.

Facendo.

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