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Gli atleti professionisti possono insegnarti come mantenere la forma fisica anche dopo aver smesso con l’agonismo.
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Basta praticare abitudini sane e dare priorità al riposo e al recupero per prevenire infortuni.
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Focalizzati inoltre sul miglioramento personale, adattando le sfide fisiche alla fase della vita che stai vivendo.
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È importante continuare a muoversi costantemente, adattando il tipo di movimento alle capacità fisiche e all’età, poiché smettere di muoversi porta all’invecchiamento.
Come si mantengono in forma gli atleti professionisti quando smettono di allenarsi con continuità e in vista delle competizioni? Esclusi quelli che considerano chiusa quella fase della propria vita, per molti altri la vita sportiva si fonde in quella quotidiana, anche se non ci sono più stadi o piste dove esprimersi.
Esistono però l’abitudine e le sane pratiche che hanno imparato durante la loro carriera a guidarli, continuando a dargli una regola che gli permette di restare in forma anche dopo, molto dopo. E sono regole che tutti possiamo applicare.
Dare la priorità a riposo e recupero
Da giovani, quando la forza sembra non mancarti mai, è facile pensare di non avere mai bisogno di fermarsi e riposarsi. Hai più energie e soprattutto riesci a reintegrarle più velocemente.
Quello che però gli atleti professionisti capiscono molto presto (e che poi mantengono come abitudine anche quando smettono di competere ad alti livelli) è che riposo e recupero servono anche quando sembrano non servire, e cioè quando la disponibilità di energie è ai massimi livelli. E servono soprattutto per un altro motivo, e cioè la prevenzione degli infortuni. Molti incidenti accadono anche per trascuratezza nell’alimentazione e perché il corpo non è in grado di sostenere certi carichi di lavoro e cede sotto il peso dello sforzo.
Fermarsi, riposarsi, dormire non sono mai una manifestezione di debolezza ma anzi, dimostrano solo saggezza.
Prevenzione contro gli infortuni
A proposito di infortuni, un altro modo per ridurre la eventualità di esserne vittima è quello di rinforzare il corpo con altri lavori. Si pensa – e lo ripetiamo spesso – che per allenarsi alla corsa basti solo correre mentre rinforzare altre parti del corpo trascurate dalla corsa aiuta a creare un equilibrio che rende il gesto della corsa più armonico, preservandoti dagli infortuni. Per questo è opportuno integrare l’allenamento “classico” con altre discipline o lavori, come quelli per il core, il power yoga, il nuoto o la bici. Muovere insomma tutti i muscoli può aiutarti molto nel momento in cui dovrai muoverne solo alcuni, tipo quelli delle gambe.
E se vuoi approfondire, qui ti spieghiamo bene a cosa serve il core e perché può evitarti molti infortuni.
Non metterti in competizione
È vero, ti abbiamo sempre raccontato che alla fine l’unico avversario con cui devi confrontarti sei te stesso. Farlo con gli altri può essere utile finché serve come stimolo a migliorarsi, quindi nella logica di una sana competizione. Quando la competizione però sfocia in frustrazione allora è il caso di fare un passo indietro e prenderla con più tranquillità.
A proposito però dell’importanza del migliorare in relazione a se stessi (cioè del continuare a sfidarsi), è chiaro che da un certo punto della vita in poi è illusorio e ingannevole continuare a farlo: a 60 anni non potrai mai sfidare il te stesso di 30 anni prima. Ecco quindi che è più ragionevole porsi un altro tipo di sfida: in una fase fisicamente più complicata, mantenere uno standard significa già aver fatto qualcosa di grandioso. In altre parole, essere alla pari del te stesso di ieri è già una piccola ma significativa vittoria personale.
Continua a muoverti
Alla fine arriva il consiglio più importante di tutti: non smettere mai di muoverti. Non importa l’età, anzi, conta soprattutto e sempre di più man mano che l’età avanza.
È chiaro che il movimento che è opportuno fare è proporzionato alle capacità fisiche di ogni momento della vita ma non si smette di muoversi perché si invecchia: si invecchia perché si smette di muoversi.
Come sempre, la soluzione è nel non fermarsi mai. Ma con in più la saggezza dell’esperienza accumulata negli anni.
(Via Washington Post)