Ciao Babbo Natale,
sì lo so che hai avuto una notte pesante, e che probabilmente non ce ne hai voglia stamattina di starmi a sentire.
Volevo solo dirti che, come tutte le mattine di Natale da 3 anni a questa parte, uscirò ad allenarmi. Vabbè inutile che ti stia a spiegare che uno dei motivi è perché non sto nella pelle di andare a correre e indossare tutti i regali che mi faccio (da sola) e mi faccio fare. E per tutti intendo proprio TUTTI: cioè che indosserei in un colpo solo maglie, manicotti, pantaloni corti, pantaloni lunghi e tutto quello che sono riuscita a raccattare.
Credo di pagare lo scotto del Natale 2008, quando ancora la corsa era presente ma in maniera un po’ meno invadente nella mia vita, e io chiesi in regalo alcuni capi un po’ tecnici (visto che allora correvo come una neofita con le prime cose a caso che venivano fuori dal mio cassetto “sport”). Peccato che ricevetti ben due completi invernali, e una settimana prima di Natale finii sotto una macchina e mi conciai così male che dovetti aspettare il Natale 2009 per poter utilizzare i miei regali.
Sì Babbo Natale, lo so, da allora poi non è più passata a nessuno: stresso in continuazione parlando di corse, e chilometri, e gare e obiettivi e allenamenti. Però dai, alla fine sarebbe peggio, chennesò, se stressassi le mie conoscenze parlando delle tecniche & strategie degli scacchi (che comunque adoro) o di uncinetto, no?
Ok, Babbo Natale, non ti dico che te lo prometto, ma ci provo: non parlerò più SEMPRE di corsa (e qui sto vedendo una hola che si sta alzando da parte di quelli che mi conoscono), e mi focalizzerò anche su altro (non scacchi e uncinetto).
Caro Babbo Natale, mentre stamattina tu ti riposi però, io andrò lo stesso a rispettare la mia tradizione: anche se fuori non sembra nemmeno giorno vista la nebbia che c’è, andrò a fare la mia corsetta di ricognizione. Perché si respira, sai, che è una giornata speciale (te lo dico perché credo che tu non abbia occasione di vederla spesso): è un po’ come quando si va a sciare il 1° dell’anno, e gli invasati (presente) sono di fronte agli impianti all’orario di apertura. Ecco, è la stessa cosa: la città ha un senso di pace, la gente è rilassata, i bambini se la ridono perché sanno che tu sei passato e per un paio di ore tutto sembra veramente più magico. Atmosfera da giorno di Natale + corsa può generare davvero un insolito effetto placebo.
Arrivo al dunque Babbo Natale: ora vado a correre perché so che quando torno, come tutti gli anni, potrò sfondarmi di cappelletti in brodo e fegatini come se non ci fosse un domani. E se anche tutto ciò ingurgito oggi potrebbe bastare a farmi sopravvivere fino al prossimo Natale, magari correndo in mezzo diverse maratone, non importa perché oggi è Natale e visto che posso, onoro la festa e vado di corsa.
Ci si vede il prossimo anno ;)
(Photo from Flickr by Koona4Reelhttp://www.flickr.com/photos/korona4reel/)