Aveva cominciato a nevicare! Era talmente bello. Erano i fiocchi di neve più grossi che avessi mai visto. Cavolo se erano grossi, sembravano passeri, e mi cadevano addosso, diritti, velocissimi. Fin troppo veloci, cadevano come fossero di piombo. Riuscivo appena a respirare. Succhiavo l’aria a fatica da un paio di minuscoli polmoni accartocciati. Mi si chiusero le palpebre e per un attimo mancai. Mi vidi sulla schiena di un drago che percorreva foreste e campagne. Oppure forse il drago ero io. Ero il drago! E volavo così veloce, passando e sputando fuoco sulle strade e sui camion sudici… Ero io il cazzo di drago! (Dave Eggers – Conoscerete la nostra velocità)
La settimana scorsa, ho corso poco. Ho corso poco perché faceva freddo ed ero il primo a sapere che era una scusa, così nella mia stanzetta ho iniziato a pensare a dei motivi validi per non correre e mentre sfogliavo un libro di astrologia zoroastriana devo aver letto qualche formula particolare che ha iniziato a nevicare, santoiddio quanto ha nevicato.
Magari non ci volete credere e direte che non è colpa mia, ma la neve c’è e di sicuro ve ne siete accorti. Forse nel gene Y dei maschietti c’è un cromosoma che si chiama Bastian Contrario o forse è solo che da bambino ti fanno giocare alla guerra e quelle sciocchezze lì, ma ho detto “io con la neve non ho mai corso, voglio correre.”
C’è un motivo se con la neve non ho mai corso. A dire il vero i motivi sono due. Uno: da queste parti, a Verona, dove sono, a Verona non nevica mai tanto. Al massimo due-tre giorni in un anno. Secondo motivo: escluso un piccolo periodo qualche anno fa, non sono mai andato a correre, men che meno con la neve.
Ma il Bastian Contrario ha imposto al mio tessuto nervoso movimenti che non sono riuscito a controllare e quindi mentre tutti i media interessantissimi dicevano che c’era freddo e che se ero giovane, anziano o senzatetto dovevo rimanere a casa, io mi sono vestito e sono andato a correre.
Come quella mia amica che quando mi ha parlato della sua esperienza lesbica io le ho chiesto Come mai? e lei mi ha risposto Per provare. Ok, anch’io voglio provare la corsa dopo che il giorno prima aveva nevicato e c’è ancora neve, ma quella solo un po’ e c’è ancora freddo, quello tanto.
Il libro che ho, quello che mi spiega come correre e che è il mio Yoda personale della maratona, dice che si può correre anche con dei gradi sottozero. Fino a -35° dice il libro che si può correre senza danneggiare i polmoni ma io quando l’ho letto ho pensato che forse anche a -34° il mio Bastian Contrario avrebbe preferito la mia stanzetta. Il libro dice che ci sono delle zone cuscinetto che riscaldano l’aria quando entra e poi, se proprio, aggiunge Eventuali problemi possono essere evitati per mezzo di mascherine. Usate la vasellina, se necessario.
A casa la vasellina non ce l’ho. Né ho mascherine. Mi sono solo messo un’altra maglia sopra, che non si sa mai e mentre mi allacciavo le scarpe mi sono detto “dai, corro di meno, ma corro” E quando ho iniziato a correre che anche se non c’erano -35° i miei polmoni era come se bruciavano e l’aria era pesante. Resisto 10 minuti e poi torno, ho pensato. Ma se corro in un verso per 10 minuti allora poi avrei dovuto fare l’opposto e i minuti sarebbero raddoppiati.
Il libro dice che non bisogna pensare al tempo che si ha davanti, ma bisogna far lavorare l’emisfero sinistro, quello creativo, diciamo. Allora la testa ha iniziato a vagare perché passavano poche macchine, in lontananza, e il rumore che si sentiva era lo scorrere del fiume e i miei piedi e poi c’era un non so, forse il vento che fischiettava tra i rovi in riva a quel fiume. E il mio fiato. E il respiro che condensava in vapore.
Non ci credevo ma dopo 15 minuti stavo ancora correndo in una direzione e a quel punto ho pensato che forse per altri 5 minuti potevo correre e solo dopo sarei tornato indietro. E così ho fatto. Il freddo era scomparso, se escludiamo un po’ di brina sulla barba. Anch’io ero un drago!
Andrea H. Sesta