Ho cominciato a correre dopo la seconda gravidanza per rabbia, per sfogarmi, per rimettermi alla prova, perché tanto la bambina non dormiva e soprattutto per avere il coraggio di riguardarmi allo specchio.
Ci credevo poco anche io, che nonostante il mio passato da sportiva avevo sempre odiato correre e che quando si faceva la preparazione a fine agosto mi nascondevo dietro le macchine, pur di non farlo.
Poi ho deciso di tentare. Era l’unica cosa che potevo fare per conciliare la mia vita da mamma di un bimbo di quasi 5 anni ed una bimba insonne di 9 mesi, un lavoro senza orari, un marito non troppo collaborativo ed in quel momento un po’ distante.
Dopo qualche tempo da sola ho trovato un gruppo di persone che si ritrovano il mattino alle 6 e corrono insieme in ogni condizione.
“Ma durerò poco”, pensavo…
Invece ho scoperto una passione grande.
Ho scoperto che la fatica è bellissima quando ti aiuta a superare i tuoi limiti. Ho scoperto che vedere il contachilometri che avanza è una grande soddisfazione, che voglio ripetere ogni volta. Ho scoperto che correre da soli ti insegna ad ascoltarti e correre con gli altri ti insegna a condividere. Ho scoperto che arrivare al traguardo senza aver mollato ti fa sentire un campione, anche se arrivi appena prima del fine corsa, che la velocità è solo una sfida con se stessi. Ho scoperto che preferisco alzarmi per correre alle 6 di mattina estate ed inverno, che rimanere a letto e non provare quelle sensazioni di benessere dopo.
Ma ho scoperto anche che correndo ci si può sbagliare, come quando confondi il sesso con l’amore. Che la fatica condivisa è solo fatica condivisa e non condivisione di pensieri, di modi di vedere il mondo, di cuore. Che correre insieme non è garanzia di fedeltà, né di fiducia. Che pur sentendosi uniti nella fatica, il sudore è anche un ottimo lubrificante per mettertela in quel posto.
Ho scoperto che la corsa è come la vita: ognuno fa la sua strada con i suoi piedi, evitando le sue buche per quanto possibile ed alla sua velocità. Che possiamo correre insieme tratti brevi, incrociarci o partire ed arrivare insieme, ma ognuno guarda davanti a sé.
Mi hanno delusa le persone, mi hanno cambiata le esperienze, ma io continuo a correre…
Gaia
(©iStockphoto.com/RichVintage)
Le tue parole mi fan venire ancor più voglia di iniziare..io di bimba ne ho una ma il marito come il tuo poco collaborativo e lavoro in prorpio, quindi spesso è peggio e per finire, ho sempre odiato la corsa perchè senza fiato e con resistenza pari a zero mi sento uno schiappa e sì, mi vergono!