La pioggia e gli acciacchi, hanno il loro perché. E quasi li ringrazio di esserci.
Non sono impazzita, tranquilli. Sto solo cercando di portarvi abilmente in un mondo di illusioni. Dove, la vera illusionista non sono io: il vero inimitabile unico “depistatore” (ma si dice? Boh, mi piace quindi lo scrivo) è lui, il nostro cervello.
Che ci fa vestire nonostante la temperatura gelida e la pioggia battente, ci fa uscire come degli scappati di casa nel buio della sera a un’ora indecente e ci fa correre per una decina di chilometri su 2 piedi malandati.
Talmente abile nel suo mestiere, che riesce a portare un pensiero iniziale dal:
“Hmm, non è proprio la sera giusta per correre, sono ancora dolorante e mi sto per sparare una corsa sotto l’acqua senza una meta” al: “Ma guarda che piacere corricchiare con il viso umido; mi sento una via di mezzo tra Rocky e un atleta di sport estremi”.
E piano, piano questo magico organo ti fa andare, dimenticandoti un pochino del dolore iniziale che sentivi ai piedi. Attenzione: il dolore in realtà c’è, e lo localizzi bene e sempre, si irradia da un punto ben preciso che accompagna ogni passo. Ma poi c’è quell’andare, così costante, anche un po’ monotono … che senza saperlo ti porta lungo una strada mai percorsa prima d’ora. Proprio perchè lui è un illusionista, sa bene come farti credere che ci sono cose più importanti delle tue fitte di dolore di cui occuparti.
Perciò, nonostante tu corra nella tua città, a pochi chilometri da casa, scopri inaspettatamente un vialetto buio, lungo un canale, poco illuminato. E’ sera, è tardi, piove forte, non c’è nessuno in giro e le macchine passano lontano da lì. L’odore del legno bagnato, la battuta del piede che provoca uno tsunami ad ogni pozzanghera … il fiatone … il “fumo” che esce dalla bocca … ci sono così tante cose a cui prestare attenzione.
50′ passati così, nell’incosapevolezza di quello che si fa, (di dove si è!) e nell’abbandono a una sensazione che ci fa stare bene. Nonostante non ci si trovi sul divano di casa propria, sotto a una bella copertina di lana.
E’ capitato pochi giorni fa a me, e penso, anzi spero anche a molti di voi. Che non si volevano arrendere alle piogge che ci hanno preso alla sprovvista e magari, nonostante gli acciacchi, si sono lasciati ammaliare da quel grandioso illusionista che è il nostro cervello.
(From Flickr by Kalex Alexanderson)