Penso che chiunque, più o meno, abbia passato le diverse fasi della maturazione nel proprio percorso di crescita come runner.
La prima, quella della “beata ignoranza”, nella quale preparare una corsa significa selezionare la playlist perfetta e l’outfit più cool per uscire (e l’accostamento cromatico conta più di ogni altra cosa, anche a costo di usare una vecchia maglietta di cotone dei tempi del liceo). Ma poi ti rendi conto che la musica non fa la differenza e torni a casa distrutto, gocciolante e immerso nel sudore.
La seconda: ho già l’abbigliamento tecnico e le scarpe giuste ma cerco la tabella perfetta che in un mese mi farà passare dal mio passo attuale di 6’40″/km alla mezza maratona conclusa in un’ora e mezza (cioè, roba che neanche Superman). E ci sbatti il naso. E ti rendi conto che mente e corpo viaggiano a velocità diverse. Hai letto che “se lo puoi pensare allora lo puoi anche fare” ma nessuno ti ha detto che tra pensiero e risultato ci sono migliaia di chilometri ed ettolitri di sudore.
A questo punto sei di fronte a un bivio: ti intestardisci e lavori a testa bassa oppure cerchi di evolvere, capire, acquisire maggiore consapevolezza sul tuo corpo e sulla pratica della corsa (che va ben oltre il semplice mettere un piede davanti all’altro). E la consapevolezza parte sempre dal cervello e dall’osservazione delle cose.
Ti rendi conto che appoggio, postura, economia di movimento possono fare la differenza (anche notevole) tra una corsa stancante, pesante, interminabile e un’altra leggera, più veloce, agile e rilassante.
Consapevole o no, scopri il Tai Chi Run.
Ma cosa significa? Tai Chi Run significa concentrarsi su ogni singolo movimento del corpo – analizzandolo attentamente – ed esula dalla potenza muscolare per focalizzarsi soprattutto nell’efficienza del movimento. Se mi conosco bene, potrò rendere al 100% delle mie capacità. E a questo punto smetterò di pensare alla corsa ma starò meditando sulla corsa.
Ecco che arriva la consapevolezza. Ed è bello così.
E la consapevolezza porta un appoggio più spostato verso la parte mediale del piede, una postura di corsa ben eretta per favorire la respirazione, uno spostamento in avanti del baricentro. Ma – in fondo – questi sono solo dettagli, effetti, piccole regole che tutti possiamo imparare. La cosa davvero interessante è arrivare alla conoscenza del nostro corpo, del gesto atletico e – non ultima – dell’alimentazione che meglio si adatta ai differenti momenti della nostra giornata atletica e lavorativa. Appunto, e per l’ennesima volta: la consapevolezza.
(C’è chi ne ha fatto un video che in 4 minuti spiega tutto. Personalmente preferisco non rinunciare alla dimensione filosofica e meditativa che ci distingue dagli altri esseri viventi)
(credits immagine principale: ©iStockphoto.com/Lipik1)
bellissimo :))
Pratico tai chi da anni e ho iniziato a correre…questo articolo è stato illuminante,ora posso fondere le due cose che amo di più ;)
video non disponibile :(
19:11 – 11 marzo
Ora dovrebbe funzionare :)
grazie :)
Ottimo come sempre
corro praticamente da 2 settimane e purtroppo solo ora dopo la prima uscita su asfalto (e forse scarpe sbagliate) mi rendo conto di quanto scritto sopra, sono passati 5 giorni ed ancora ho fastidio alle ginocchia…