A-abbronzatissima (ditelo alla mia schiena)

05.05.2013.

È un giorno qualunque, ti svegli e ti senti bene. Quel fastidioso doloretto che ti accompagnava è magicamente svanito.
È un giorno qualunque e là fuori il tempo è meraviglioso. Splende un sole incantevole e tira una leggera brezza primaverile, tanto da farti dimenticare i freddi mesi appena trascorsi.
È un sabato qualunque e, per una volta, la tua giornata non è costellata da impegni vari ed eventuali (dopo una settimana durante la quale hai sfidato i limiti del tempo).

In un attimo realizzi che cotanto allineamento astrale non si verificherà per almeno 10 mesi. Tu che fai? Io che sto preparando la “We Own The Night” non ho dubbi. Esco a correre.
Sento la mia amica Sara e decidiamo. Ritrovo, ore 13:00.
“Che ne dici, mettiamo il cappellino??” “Naaaahh, così ne approfittiamo e prendiamo pure un po’ di sole”.

Le ultime parole famose

Partiamo baldanzose, convinte di fare un lungo allenamento a ritmo di chiacchiere. Ma ben presto realizziamo che non sarà certo una passeggiata.
Nonostante il percorso ci porti attraverso zone abbastanza ombreggianti, il caldo inizia fin da subito a seccare le nostre fauci. Cerchiamo di non dare troppa importanza alla vocina che già ci insulta per l’infausta decisione, e proseguiamo attraversando le stupende colline che circondano le nostre città.
Corriamo da poco più di 15 minuti e siamo già sudate all’inverosimile. Quando i nostri sguardi si incrociano, capiamo che non abbiamo una gran cera in viso. Ma ormai il danno è fatto. Imperterrite…. Andiamo avanti!
Improvvisamente giungiamo in una zona dove non tira un filo di vento, il silenzio della siesta pomeridiana inizia a diventare opprimente, e tutto attorno solo distese di campi. Sembra di stare nel Far West, mancano solamente i cespugli secchi che rotolano.
Guardo il Garmin e mi prende un colpo quando vedo che abbiamo fatto solo 6 km. Mi sembra di averne fatti almeno 20! Decidiamo, con sommo rammarico  di….CAMMINARE! (lo so, non si dovrebbe, ma qui si trattava di una questione di sopravvivenza!). Col senno di poi è stata una saggia decisione, altrimenti non avremmo portato a casa la pellaccia. :-)
Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di pit-stop. Ogni cimitero/fontana/giardino pubblico che ha incrociato il nostro percorso (attentamente studiato apposta per l’evenienza) era come un’oasi nel deserto.  Non possiamo non citare il principio di crampo da disidratazione (che poi, esiste il crampo da disidratazione?!?) che è venuto a farci visita e che ci ha “fatto compagnia” per gli ultimi 3 km.

Nonostante il caldo, nonostante il tempo disdicevole, abbiamo portato a termine i nostri 15 km. Spossate ma sorridenti, per questa, ennesima follia, fatta assieme.
Ma ho la vaga sensazione che la prossima volta per prendere il sole…andiamo al mare. :-)

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