Se ne parlava da un po’ e ieri (13 febbraio), a New York, Adidas ha fatto atterrare le nuove Energy Boost…
E poi sono rimbalzate via, come in assenza di gravità!
Infatti la nuova intersuola Boost, sviluppata da BASF con Adidas, promette reattività e ammortizzazione eccellenti con una qualità in più: immagazzina l’energia in appoggio e la rilascia in stacco.
Un passo per l’uomo, uno slancio per il runner
Fino a ora eravamo abituati a considerare la scarpa come uno strumento per assorbire gli impatti sul terreno, prevenendo gli infortuni. In questo scenario ci sono tecnologie più o meno morbide, più o meno reattive ma tutte hanno come scopo principale l’ammortizzazione. Nelle Energy Boost il materiale granulare solido creato da BASF viene frantumato e trasformato in centinaia di piccole capsule di energia che vanno a formare la caratteristica intersuola della scarpa, definendola anche esteticamente e rendendola – secondo Adidas – la scarpa con “il maggiore ritorno di energia nella storia del running”. Fine del momento “secchione”.
Tedeschi sulla Luna?
A quanto pare sì. Un design che sembra ispirato più ai film di fantascienza che alle ultime tendenze fluo-estetiche. Un cromatismo prossimo al total black le fa assomigliare molto a un monolite opaco, serio.
Vorsprung durch Technik.
E poiché nello spazio bisogna essere pronti a tutto ecco che la temperatura d’esercizio va dai -20° ai +40°C con una durata dichiarata superiore alle tradizionali scarpe per la corsa. Cioè, se devi fare una corsa su Giove dove la gravità è superiore, lo puoi fare serenamente! E ovviamente senza perdere il contatto con la Nave Madre grazie alla predisposizione miCoach. ;)
I dati su peso e tipologia di appoggio non sono ancora pervenuti ma non ci vorrà molto per saperne di più: l’atterraggio in Italia è previsto per il 27 febbraio 2013.
P.S.: Chiedo perdono a Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins per ogni eventuale e involontaria mancanza di rispetto.
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