… e non ci indurre in tentazione

Come nella vita di ogni sportivo che si rispetti, capitano gli infortuni.

La corsa in sé è uno sport traumatico, raramente ho sentito di qualcuno che correva da tempo “dandoci dentro” e non avesse mai avuto problemi.

Mi levo dalla categoria “sportiva che si rispetti” ma mi inserisco in quelle che ci danno dentro, motivo per cui ora mi ritrovo ferma con i legamenti della caviglia che fungono più da accessorio di bellezza che da adiutori del movimento. Il mio stop in questo caso, è di almeno 1 mese.

Detto questo, se non si vuole completamente uscire di senno e si vuole mantenere una certa tonicità mentale e fisica, ho sperimentato per voi varie soluzioni, che evitino di far venire costantemente in mente, l’unico vero e basico desiderio di ogni runner quando è infortunato: allacciarsi le scarpe e uscire a correre.

Carne flaccida vade retro!

Se prima di interrompere l’attività fisica, uscivate 3 volte la settimana, è abbastanza normale che i primi muscoli che perderanno tono saranno quelli delle gambe.
Se l’infortunio è avvenuto alla gamba, lato parte dolente potrete vedere a vista d’occhio una diminuzione della massa muscolare rispetto a quella sana, in particolare a livello di quadricipite femorale. (non vi preoccupate, si fa un po’ di vacanza, poi torna).
Se il vostro infortunio ve lo permette, alcune delle soluzioni per evitare il decadimento, possono essere il nuoto e la palestra.

Nuoto

Il primo è sempre una manna dal cielo, perché non avendo carico in acqua, riuscite a tenere in forma sia il tono muscolare che il ritmo cardiaco. Poi c’è caso e caso, ad esempio per me la seconda non vale perché sento dolore a spingere “troppo” forte, ma nel frattanto, è un buon metodo per tenersi “sode”.

Palestra.

La palestra invece può aiutare per lavorare su tutte quelle zone che i runner ignorano. Braccia, addominali ecc. Ripeto anche qui dipende dal tipo d’infortunio che vi è capitato. Ma se riuscite a praticare la cyclette, quelle reclinate  potrebbero veramente darvi una mano a compensare il mantenimento minimo a livello cardiaco. Armatevi di taaaanta pazienza, perché se vi piace scorazzare per la strada, questo tipo di attività è semplicemente una gran rottura di palle, però potreste ovviare al problema leggendo libri o ascoltando musica mentre sudate come dei beduini tra le 4 mura.<
Infine, sempre se siete in grado di poterli fare, qualche bel manubrio e serie di addominali a go-go per farvi diventare la nuova scacchiera d’Italia, potranno essere le uniche cose positive che vi porterete dietro una volta che avrete recuperato.

Fissa il bersaglio e tira qualche freccetta.

Parlo da una a cui è saltata TUTTA la stagione di gare che si era programmata. Maratone, Mezza maratone, ecc.

Ci si soffre un po’ (anzi, non diciamo cagate, ci si soffre TANTO), si visualizza bene il “NON LO FAI PIU’” e poi si cerca di andare oltre. Non è tanto pensare al fatto che farai altre gare, o altre migliaia di corse; è più il pensare che là fuori, ci sarà un altro “te” che ti aspetta. C’è un “te” prima di infortunarti e ce n’è uno dopo che avrai recuperato. E’ una sfida aperta che va giocata.

Tenerlo lì ben visualizzato, aiuta a pensare che prima o poi a correre ci si torna, per forza. Il bersaglio è lì davanti a voi.

Se amate tanto la corsa, seguire le gare di chi vi sta vicino è un altro ottimo incentivo a riprendersi, oltre che una bella fonte di ispirazione. Io almeno mi sto scoprendo amante anche della corsa “seguita” da fan, non solo da runner. Certo, un po’ ci si soffre sempre, ma è un grande stimolo!
Da runner in fissa, avere tanta energia da investire e non poterlo fare è un bel casino. Quindi io cerco di concentrare la mente e spostare oggetti  tutto il giorno con la forza del pensiero (sto scherzando). Questo è il problema più grande. Le sto tentando tutte, persino la meditazione (con scarsissimo successo).  Ma confido sempre che a forza di pensare a come investire queste energie, passerà il tempo e si tornerà a correre sul serio.

(Poster of Vertigo (Hitchcock) by Saul Bass, 1958)

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