Quale momento della vita non sarebbe triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso, senza il piacere, e cioè senza un pizzico di follia?
Erasmo da Rotterdam.
ore 4, la sveglia.
Avete letto bene: le 4. Non del pomeriggio… proprio le 4 di notte.
E’ strano come lo stesso orario assuma significati differenti e nell’arco di pochi anni: quando ero gggiovane facevo le 4 dopo cena/discoteca. I primi tempi dopo il parto facevo le 4 cullando mia figlia, ché di dormire non ne voleva sapere.
Alzarmi alle 4 per andare a correre mi mancava… ho colmato questa lacuna.
ore 4.10, la sveglia bis.
Perché secondo voi al primo giro mi sono alzata?
Ore 4.20, direzione Milano
Ok, si parte. Direzione Milano, 5.30 edizione 2013; la mia prima 5.30. Una manifestazione che mi ha sempre incuriosita, per la filosofia che sta dietro. Per come viene realizzata. Per le location (le principali città del Nord Italia). E per l’orario, ovvio!
Ad essere del tutto sincera non ero convinta di farla. Pioggia battente, vento, buio pesto. Tempo da lupacchiotti. Tempo da restare sotto il piumone, altro che corsa.
Ma chi me lo ha fatto fare??? (mio marito, che mi ha iscritta… colpa sua!)
Mi sono ripetuta questa frase al primo incrocio. Al primo semaforo. All’imbocco della superstrada. All’ingresso di Milano. Quando ho parcheggiato. Quando mi sono messa il k-way ed il cappellino.
Magari smette di piovere; del resto il meteo segnala deboli piovaschi… (rimpiango con periodicità sempre più frequente il caro Colonnello Bernacca… almeno le sue erano previsione esatte!)
Non ha smesso. Anzi. Machecavolo, Giove Pluvio non aveva di meglio da fare?
Ma ogni remora è cessata quando ho visto le centinaia di runners che si assiepavano alla partenza. Giuro che mai avrei pensato di vedere così tante persone alle 5 del mattino saltellare per scaldarsi in attesa di correre, incuranti del freddo, del diluvio, del vento.
Nessun muso lungo, nessun sguardo assopito.
Sono marziani questi runners?
Sono diventata marziana pure io, visto che mossa da tutto questo entusiamo e da mio marito che mi spronava a provarci (tanto ormai c’ero) sono partita?
NE E’ VALSA LA PENA. Divertente, gratificante. Mi sento potente (sarà effetto dell’aspirina… non si sa mai) e forte. Mi sento così bene che potrei quasi mettermi a ballare come Fred Astaire in quel capolavoro che è Singing In the Rain (guardatelo qui sotto).
Posso aggiungere un altro tassello alla mia personale storia della corsa, ma ne mancano ancora molti.
Un altro sarà la We Own The Night, e correre quando la città di accenderà di mille luci.
Manca pochissimo… non vedo l’ora!