Maggio. ll mese delle rose, della Festa della Mamma… e della We Own The Night.
Poffarbacco, manca poco! (ed il countdown qui a fianco me lo ricorda ogni giorno).
Mi sembra ieri che la mia amica Ramona mi propose di parteciparvi: un messaggio con il link dell’evento e quattro parole: “che dici, la facciamo?”
Un brivido mi corse lungo la schiena… uno di quelli da pelle di cappone. E per due motivi.
Primo: Ramona corre, tanto e forte. Nella vita come nello sport. É una di quelle donne che fa bene tutto ciò che fa, e lo fa sembrare semplice anche quando è terribilmente complicato. Una donna che invia sms tipo “domani ci facciamo insieme una tapasciata di 18 km?” e lo fa con una naturalezza disarmante. Roba da pazze… roba da Ramona!
Secondo e non trascurabile motivo: una (NON) competitiva di sole donne. Cioé centinaia di rappresentanti del gentil sesso. Non che abbia nulla contro il genere, anzi (faccio parte della categoria) ma credo poco alla solidarietà femminile. Molto poco. Ancora meno alla non competitività tra donne.
I presupposti non erano buoni; ma accettai. Non so bene neanche io perché… Ma lo feci.
E feci di piú, forse per la voglia di ‘mettermi in corsa’ ed uscire dal mio mondo fatto di forcelle ad aria, centraline racing ad iniezione e GP.
Scrissi a RunLovers e decisi il mio obiettivo. Niente di che, abbassare la media sui 10k cercando di tenere il passo di Ramona, Simona ed Alessandra, altre amiche aggiuntesi all’avventura.
Ed ora eccomi qui.
Con 12 amiche virtuali in piú, le ragazze di cui leggete le storie. Tutte diverse tra loro; tutte belle persone (fuori ma soprattutto dentro). Tutte ‘raccontatrici di storie’ che hanno scelto come me di condividere un pezzetto del loro mondo.
In queste prime settimane ho macinato chilometri e abbassato di qualche secondo la media, a testimonianza che il goal é alla mia portata.
Ma sapete una cosa?
Ora non me ne frega una cippa del mio obiettivo. Certo, sarebbe appagante riuscirci. Ma non é cosí importante.
Ora il mio proposito é diverso, forse meno ‘tangibile’ ma piú gratificante. E’ vivere il risultato dell’operazione matematica forse piú elementare, l’addizione. Dove i fattori sono le mie scarpette – la mia voglia di correre – ed il cuore, inteso come le tante emozioni che questa avventura mi sta dando. E la somma di questi due addendi puó essere solo un grosso, solare ed illuminante sorriso. Sul mio viso e su quello delle donne che saranno con me al nastro di partenza della We Own The Night.
SMILE!