E’ curioso come di un evento di atletica tanto importante come il meeting di Zurigo mi siano rimaste numerose impressioni ma quasi nessuna legata a un gesto atletico o ad una prestazione esaltante. A rimanere particolarmente impressi nella mia memoria sono stati alcuni dettagli. Alcuni particolari che da runner amatore e da appassionato di sport in generale hanno colpito la mia immaginazione.
Vorrei raccontare tante cose ma temo ne uscirebbe un racconto davvero troppo lungo. E allora farò una cosa che mi piace molto: un elenco! Che di per sé sarebbe una cosa noiosa ma se lo mettiamo sotto forma di classifica dei miei momenti preferiti del meeting di Zurigo magari la cosa migliora.
10 – Le ragazze della staffetta
Proprio davanti a noi, avevamo le frazioniste che sarebbero partite per il terzo dei 4 tratti di 100 metri previsti dalla 4X100. E allora, mentre aspettavano la partenza, eccole li che preparavano minuziosamente quei pochi e decisivi secondi nei quali sarebbero state impegnate. Riscaldamento attentissimo, conteggio dei passi per determinare il punto esatto in cui partire in modo da non attendere il cambio da fermo e poi le prove di ballo. Si, di ballo. Perche’ il passaggio del testimone e’ un qualcosa di tecnico ed elegante allo stesso tempo. Un passo a due che prevede tempismo, coordinazione e affiatamento. A vederlo dal vivo si capisce come sia tutt’altro che semplice. Almeno, se lo vuoi fare per bene.
9 – I mezzofondisti in generale
Con le loro gambe magre all’inverosimile. Tanto che quando facevano un movimento qualsiasi, come il togliersi I pantaloni della tuta, vedevi I muscoli tendersi sotto la pelle. Un anatomista con una certa esperienza te li poteva tranquillamente indicare per nome
8 – Gli 800 metri
E gli atleti che ci sono passati vicini (eravamo piuttosto a bordo pista) e velocissimi, con tanto di spostamento d’aria
7 – Darya Klishina
Vabbeh, non servono molte spiegazioni

6 – David Oliver e le sue spalle
La visione di questa sorta di Hulk mi ha tormentato per delle ore
5 – Shelly Ann Frasier e le sue chiappe d’acciaio
A vederla in TV sembra un po’ una palletta, dal vivo ti rendi conto che e’ si meno longilinea di altre atlete ma e’ tutto muscolo. Il suo sedere in particolar modo e’ impressionante. Ora capisco come fa ad andare cosi’ forte.
4 – Gli atleti del salto in alto
Per scaldarsi sono soliti fare tre passi di rincorsa e quindi spiccare un salto facendo due passi in aria. Ecco, mentre stavi guardando altro, ogni tanto, con la coda dell’occhio vedevi un essere umano staccare da terra e partire verso il cielo. In pratica una cavalletta, solo che e’ un uomo
3 – Le atlete dei 5000 metri e l’odore dell’olio canforato che si spalmavano sulla pancia
Perche’ correndo a quelle velocita’ e’ bene proteggere i punti delicati che se prendono freddo e’ un guaio
2 – Kenboy e Symmonds
Due dei miei idoli dell’atletica attuale. Ed erano li ad un paio di metri
1 – Il tentativo di record del mondo da parte di Bondarenko.
E questo va raccontato.
Dopo che aveva gia’ vinto la gara, Bondarenko ha tentato l’assalto al record del mondo di salto in alto facendo posizionare l’asticella a 2 metri e 46. Il tentativo e’ stato tutt’altro che esaltante ma mi rimarranno per sempre nella memoria I momenti antecedenti al suo salto. Prima di partire con la rincorsa, infatti, Bondarenko ha chiesto silenzio. Ed ecco che in 20 secondi tutto lo stadio, 14 mila persone, si sono ammutolite. In un attimo e’ sceso un silenzio tale che l’unico rumore che si percepiva era quello di un fondista che si stava scaldando per I 3000 siepi. Quel fondista aveva addosso i pantaloni lunghi della tuta e, in quel momento, nel silenzio piu’ assoluto si percepiva solo quel rumore. Il lieve frusciare dei suoi pantaloni.
Ecco, non ricordo esattamente come abbia fallito la misura Bondarenko, se abbia toccato l’asticella coi talloni o con la schiena, ma quel rumore e, soprattutto, il silenzio dello stadio me li ricordo bene.
Ecco i miei momenti preferiti del meeting di Zurigo ed e’ proprio in questi dettagli che noti la differenza tra vedere l’atletica in TV e vederla dal vivo. Esserci e’ tutta un’altra cosa.