Affogando i pensieri in un bicchiere di latte (di soia)

Qualcuno pochi giorni fa vedendomi in uno stato di “ammaccatura” mentale mi ha detto di scrivere, perché poi sarebbe andata meglio.

Perché secondo qualche strano meccanismo mentale se sto molto male (o molto bene) mi viene da scrivere. I pensieri vengono fuori a fiotti, esattamente come quando ti tagli accidentalmente in quelle posizioni bastardissime, tipo il polpastrello. Però in questo modo li riesco a soppesare, a giocarci un po’ con le dita e a rimetterli in ordine.

Così adesso, che ho trovato un raro momento di silenzio, mi sono versata un bel bicchiere di latte (di soia, che quello di mucca ormai lo bevo solo a mo’ di bevanda energetica ogni tanto) e ho deciso che dovevo provare a tirarlo fuori tutto ‘sto malessere che mi gira in capa … e mi dispiace per voi, signori: se volete avete diverse opzioni tra cui cliccare subito su BACK, HOME o andare proprio su un altro sito. (RunLoveri vi voglio bene <3)

Io pensavo fosse solo una cosa legata al fatto di correre sciancrata che mi rendesse un po’ indigesta la situazione dell’ultimo periodo. Perché soffrire di pubalgia, e credo che molti di voi sanno cosa intendo, non solo è doloroso, ma è proprio sfiancante a livello psicologico. Perché dopo che faticosamente torni a dei livelli decenti di come intendi vivere la corsa e vorresti correre, trovarsi a fronteggiare con questa stronzetta proprio non te l’aspetti. Ormai sono mesi e mesi che continua a stare lì, attaccata tra gli addominali e l’adduttore, ma non se ne va. E’ un’inquilina della peggior specie, di quelle che stanno lì, non pagano, ed è impossibile sfrattare. Cioè arrivi a un punto in cui dici: “E vabbè, allora sparatemi a una gamba!”

Eppure. Non è solo questo il motivo del malessere. E’ il doversi accettare più lenta, meno competitiva, con qualche chiletto in più (ahó, mica uno si può mettere a dieta proprio quando sul più bello trova un ragazzo che sa cucinare!). In pratica è il non riuscire a far pace con il cervello: vorresti ma non puoi. E ce la metti tutta per tornare come prima, ma poi sul più bello cedi sempre. A qualsiasi scusa, a qualsiasi avversità, quasi non mi riconosco.

Se non che ogni volta che vedo le mie scarpe da running lì nell’angolino che mi guardano, penso che non vorrebbero stare lì. E nemmeno io.

(Photo Credits from Flickr by JudithTB)

 

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9 Commenti

  1. non mollare! io ho avuto due contratture, mi sono ripresa, stavo andando bene e stavo iniziando a darmi al triathlon quando… mi sono rotta il menisco! ora stiamo aspettando e valutando se sia necessaria un’artroscopia! facciamoci forza!

    • Grazie Marta! Spero che il tuo ginocchio stia migliorando e se hai dovuto sostenere un’operazione, che tu stia già pedalando sulla tua bici!

  2. Io non sono una runner come te, ho iniziato da pochi mesi, ma sono ferma per problemi al ginocchio… in attesa di stabilire l’esatto disturbo e la giusta terapia da intraprendere. Nel frattempo guardo le mie scarpe ferme lì, gli altri runner che corrono felici ed io che mi deprimo, uff!
    Potere della corsa, devastante, sia in positivo quando corri e stai troppo bene e sia in negativo, quando il non poterlo fare è davvero lacerante!

  3. Io non sono una runner come te, ho iniziato da pochi mesi, ma sono ferma per problemi al ginocchio… in attesa di stabilire l’esatto disturbo e la giusta terapia da intraprendere. Nel frattempo guardo le mie scarpe ferme lì, gli altri runner che corrono felici ed io che mi deprimo, uff!
    Potere della corsa, devastante, sia in positivo quando corri e stai troppo bene e sia in negativo, quando il non poterlo fare è davvero lacerante!

    • Eh già Giorgia, ti capisco! L’unica cosa che mi aiuta in quei momenti è sapere che posso fare altri sport (tipo il nuoto) o magari cercare di lavorare di più sul core … Se sei un runner non ce la fai proprio a fermarti :)

  4. Secondo me la corsa è una vera amica. Quando riprenderai a correre starà lì ad aspettarti e sarà come se vi foste lasciati il giorno prima.

  5. Con il tempo ho imparato che gli infortuni sono ciclici, tutti (e dico tutti) i runners che conosco ci sono cascati … e quasi tutti nel momento piu’ alto della loro forma, forse proprio perche’ erano andati un filo oltre il loro limite. Ma la seconda cosa che ho imparato e’ che tutti ne sono usciti e riprendere a correre sara’ ancora piu’ bello. ;)

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