È successo il 28 settembre scorso a Berlino, durante l’edizione numero 41 della maratona della capitale tedesca il record del mondo sulla distanza è stato migliorato dall’atleta del Kenya Dennis Kimetto. Il vincitore della gara ha terminato la corsa con il tempo strabiliante di 2 ore 2 minuti e 57 secondi (2′ 54″ al km di media).
Si tratta di un tempo pazzesco per due motivi. Il primo è che migliora di 27 secondi il precedente record del mondo e il secondo motivo è che, per la prima volta, un uomo scende sotto il muro delle 2 ore e 3 minuti in maratona.
Record del mondo o migliore prestazione sulla distanza?
Per quel che riguarda il record in maratona esiste a tutti gli effetti un dibattito. Non è infatti chiaro il concetto di record del mondo e spesso si parla di migliore prestazione sulla distanza. Questo perchè la maratona ha tracciati diversi a seconda di dove si svolga la gara. Può capitare quindi, e così era fino a ieri, che il record del mondo fosse di 2 ore 3 minuti e 23 secondi (fatto segnare da Kipsang a Berlino nel 2013) ma che la migliore prestazione sulla distanza fosse invece di Geoffrey Mutai che a Boston nel 2011 fece segnare il tempo di 2 ore 3 minuti e 2 secondi. Migliore prestazione ma non record del mondo perchè il tracciato di Boston non è omologato per il record.
Con la prestazione di ieri Kimetto ha messo d’accordo tutti segnando un tempo inferiore anche a quello di Mutai del 2011 garantendo un valore ancora maggiore al suo record.
Berlino, la maratona dei record
Controllando la progressione dei record del mondo in maratona appare evidente come la maratona di Berlino sia l’assoluta protagonista dei record degli ultimi anni. Gli ultimi 6 record del mondo in maratona sono stati fatti segnare tutti durante la gara di Berlino. Ed è notevole vedere la velocità con la quale il record in maratona sta evolvendo. Negli ultimi 7 anni il record è stato migliorato ben 5 volte (tutte a Berlino) e, a riprova del fatto che la maratona tedesca sia molto veloce, va segnalato anche il tempo del secondo classificato alla gara di ieri: Emmanuel Mutai in 2 ore 3 minuti e 13 secondi, senza Kimetto sarebbe stato record del mondo per lui.
La condotta di gara, alcuni dati tecnici
Controllando i passaggi, appare evidente come Kimetto abbia corso con una certa progressione. E’ partito “cauto” (per i suoi standard ovviamente) e ha poi accelerato progressivamente.
Se confrontiamo la sua prestazione con quella ottenuta nel record del mondo precedente si può notare come ai 10 km Kimetto aveva un ritardo di 8 secondi sul passaggio del record di Kipsang, ritardo che poi è aumentato a 25 secondi al km 15 per ritornare poi ad abbassarsi al passaggio alla mezza dove Kimetto accusava un ritardo di 11 secondi. Da qui partiva la progressione, il keniano accelerava portando il suo parziale sotto a quello del connazionale già al km 25 e continuava ad accumulare vantaggio fino ad un massimo di 49 secondi registrati al km 35. Da qui alla fine il divario con Kipsang si riduceva leggermente ma più per l’accelerata imposta dall’ex primatista del mondo lo scorso anno nel finale che per un vero cedimento di Kimetto.
Alla fine Kimetto chiudeva sotto le 2 ore e 3 minuti grazie ad una seconda metà di gara condotta con grande autorità. Controllando i parziali: 1 ora 1 minuto e 45 minuti per la prima metà di gara, 1 ora 1 minuto e 12 secondi per la seconda parte. Un negative split di 33 secondi, a questi livelli davvero tanta roba.
Sotto a chi tocca
Ora il record è stato ritoccato e la nuova sfida è stata lanciata. Vediamo chi la raccoglierà e vediamo se dovremo aspettare la prossima maratona di Berlino per vedere il record di Kimetto messo in discussione. Intanto, il 12 Ottobre si corre la maratona di Chicago, è sicuramente meno veloce di Berlino ma alla partenza c’è quel fenomeno di Kenenisa Bekele cui sicuramente non dispiacerebbe riuscire a diventare detentore in contemporanea dei record del mondo su 5.000, 10.000 (che già gli appartengono) e Maratona.
(Credits immagine principale: @adidasrunning)