Non si è mai sentito che una maratona sia lunga 210.975 metri. La nostra Maratona di Roma invece lo sarà perché 5 runlovers parteciperanno all’evento romano e ciascuno si preparerà in modo diverso, la affronterà in modo diverso, avrà diverse paure e gioirà nella sua personalissima maniera quando taglierà il traguardo. I nostri cinque “reporter” uniranno le loro esperienze per raccontartele, renderti protagonista con loro della più importante maratona italiana. E chi siamo noi per impedirglielo?

Ci piace raccontare le storie di corsa, le esperienze di chi affronta i suoi primi 10 chilometri o partecipa alla sua cinquantesima maratona; ci sono sempre degli elementi in comune: la passione, la fatica, la gioia, la tensione. Tra gli aspetti più belli di questi racconti c’è che il protagonista ti carica sulle sue spalle e ti porta a correre con lui, dentro alla sua testa, insieme alle sue gambe.

Ma chi sono questi cinque superman (e wonder woman)? Cinque persone normalissime, con un lavoro, delle abitudini, ma accomunati da un unico amore: il running. E se li vedrai sfrecciare con i loro completi New Balance (che ci ha messo a disposizione abbigliamento e scarpe), fermali e facci quattro chiacchiere. Perché raccontare è un’altra delle loro passioni!


Paolo

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Paolo ha quarant’anni, è veneto ma vive a Roma da più di dieci anni. Ha partecipato a sette maratone; una decina di mezze maratone, un numero imprecisato di gare sui dieci chilometri. Non contento, dall’anno scorso si è dato anche al triathlon e – anche se lei lo negherà fino alla morte – se oggi dorme cinque ore a notte per conciliare gli allenamenti con il lavoro e la famiglia è tutta colpa di sua moglie che nel 2010, facendo leva sul suo lato nerd, gli regalò il suo primo footpod per schiodarlo dal divano.

Jessica

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Jessica è di Milano, poliedrica e multitasking, ostinata e testarda. Moglie e mamma di due splendidi bambini, IT consultant full time.

Zero tempo libero ma runner a ogni costo, anche a quello di allenarsi prima del sorgere del sole pur di arrivare alla fine della sua prima Maratona, a Roma, il prossimo 22 Marzo.

Corre perché la fa star bene. Corre perché le piacciono le sfide, soprattutto quelle con se stessa.

Marco

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Marco ha 42 anni, un figlio (favoloso) di 3 anni, una compagna con la quale (comunque) si tiene sempre per mano.

Laurea in architettura e un sacco di altre cose più o meno importanti che nel corso degli anni hanno determinato quello che è oggi.
E tre capisaldi sempre presenti: Musica, Architettura e Sport. E attorno questi ha costruito tutto.

Corre al mattino perché, dopo solo pochi passi, entra nello spazio del silenzio, nel bosco o in riva al mare, guidato – come un cane da tartufo – dagli odori, senza un percorso prefissato. E vede l’alba, ogni volta, per pacificarsi col senso delle cose.

Per lui una preparazione secca in 14 settimane.
Una mezza, la Roma/Ostia (un po’ buttata li), e poi giù di scarico fino alla linea di start della distanza regina.
Quarantadue chilometri tra sampietrini, sudore e fatica, i fori imperiali, le endorfine, i ricordi, le urla degli affetti, le emozioni e le speranze, con un obiettivo: farcela!

Marta

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Marta è una ragazza spagnola che vive a Milano. Ha iniziato a fare atletica da bambina, fino ai 15 anni. Dopo un lungo periodo di pigrizia è tornata a corricchiare circa 6 anni fa; ma è stato solo dal 2013, già a Milano, quando ha veramente “ricominciato” a correre.

Si allena 3 o 4 volte alla settimane per stare bene e togliere lo stress. Le piace moltissimo correre all’alba: sveglia, scarpe e via… mette in ordine la testa e la carica per l’intera giornata.

Meno di un mese al traguardo: 20 giorni in cui, causa lavoro, si prevedono allenamenti in posti bellissimi (stay tunned :-)!

Maurizio

Maurizio è un ingegnere con la passione per la “sofferenza fisica”! :-)
Si è avvicinato alla corsa nel 2007 quando un suo collega sportivo l’ha convinto che per correre e divertirsi bisognava fare qualche gara. Da quel momento non si è più fermato, anzi ha aumentato la “sofferenza” cominciando anche a fare triathlon.

Alla Maratona di Roma sarà uno dei pacer che permetterà a moltissimi runner di raggiungere i loro obiettivi di tempo.

Il suo motto è: “Se torno da un allenamento e riesco ancora a parlare, allora non mi sono allenato il giusto”.

 

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