Più corro, più i miei gusti musicali diventano eclettici. Posso correre ascoltando qualsiasi cosa: anche il silenzio.
Capita che correre sia noioso. Stare con se stessi a volte lo è: pensi agli impegni, a quello che hai dimenticato di comprare al supermercato, al senso della vita, tutto frullato insieme. Poi, lentamente, il corpo si stanca, la testa si fa leggera, leggera e da lassù, come da una mongolfiera, guardi le preoccupazioni: restano a terra, mentre tu sei lontano, lontano. C’è chi, in questo modo, è scomparso. Giuro!
Alcune mie corse sono state letteralmente cambiate dal libretto Lo Zen e il tiro con l’arco. Non vorrei dire una parola di più. Solo: chi non l’abbia già fatto, lo legga.
Essere freccia e bersaglio
Si ascolta in un certo modo seduti in sala da concerto o in poltrona a casa propria concentrati sulla musica. Ma ascoltare correndo è come tenere in mano un palloncino: in salotto andrebbe a sbattere sul soffitto di casa. Con la mente alleggerita e il corpo pesante, la musica pare perfino più bella.
Quando la corsa diventa un momento spirituale, il compositore ti prende per mano e ti accompagna da un’altra parte. In uno stato di grazia la musica suona diversa. Vale per qualsiasi genere. La quintessenza delle esperienze mistiche per me è questa:
[youtube:https://www.youtube.com/watch?v=vqODySSxYpc%5D(Photo Credits © Edward Steichen)