La tensione prima del trionfo

Ormai ci siamo, la Maratona di Roma è alle porte. I giochi sono fatti e i nostri reporter stanno vivendo le ultime ore prima dello sparo che darà inizio alla sfida, quella vera. Ma cosa si aspettano da questa gara? Non parliamo di tempi ma di come visualizzano la loro esperienza, come fosse un salto temporale in avanti di qualche giorno. E, ovviamente, ciascuno ha attese diverse.

Jessica

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Devo trovare il tempo per studiarmi il percorso e memorizzare dei punti di riferimento per ogni quarto di Maratona. La mezza maratona sarà in via della Giuliana, non conosco bene le vie di Roma se non quelle principali. Voglio sapere cosa vedrò quando le gambe inizieranno a soffrire.
Ho controllato i biglietti del treno, ho chiamato l’hotel per verificare la prenotazione, sto pianificando gli incontri con degli amici nel pomeriggio di Sabato. Qualche scatto ufficiale per le mie amiche mamme e Matte in fuga, cena con il Team Spartans e a letto presto!
Mi sto organizzando come se dovessi partire e lasciare casa e famiglia per un lungo viaggio, ma in realtà partirò Sabato mattina per tornare Domenica per cena, per festeggiare con i miei bambini la Maratona della mamma. Non un giorno di ferie, in ufficio, a parte pochi eletti, nessuno conosce la mia seconda vita da runner.
Non vedo l’ora di catapultarmi in griglia, in quella folla di gente incredibilmente felice e sorridente. Alla partenza sono sempre tutti contenti, soprattutto nelle ultime file. Forse si sorride per mascherare l’ansia. Pochi sono quelli concentrati, ma nessuno è mai arrabbiato. Ci si guarda negli occhi con curiosità, a quelli più perplessi si risponde con uno sguardo di speranza da “dai che ce la facciamo”, mentre da quelli più baldanzosi si cerca approvazione e conforto.
Partirò dall’ultima griglia, perché è da lì che si parte se è la prima volta che si corre la Maratona. Sognavo il “cielo azzurro su Roma” e invece probabilmente pioverà… Sarò così lontana dalla partenza che forse non sentirò nemmeno lo sparo del via ma, a un certo punto, arriverà il mio turno e partirà la mia sfida. Il primo chilometro si camminerà, magari verso il terzo o quarto chilometro ogni atleta dei 15.000 presenti riuscirà a ritagliarsi lo spazio per correre.
Dopo mesi e chilometri di duro allenamento invernale sono sempre più determinata a raggiungere il mio obiettivo.
Voglio arrivare a quel traguardo.

Marco

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Prima della gara

Che suoni, io li sento già.
Immagina di chiudere gli occhi ed ascoltare: niente rumori di traffico impazzito, di tanto in tanto qualche nome urlato. In sottofondo un brusio leggero, respiri affannati ed il battere ritmico di migliaia di scarpe da Running.
L’assenza delle auto aumenta l’effetto della eco sui palazzi, suoni che nelle vie più piccole si gonfiano di un riverbero simile a quello di certi sogni in cui tutto risulta ovattato.
Immagina ora migliaia di persone che corrono fianco a fianco, ognuno con il proprio battere e levare, ciascuno sincrono al proprio respiro, ognuno verso il proprio obiettivo. Tutti immersi nella bellezza oggettivamente superiore di una città unica.

Questa è la mia immagine immaginata della Maratona di Roma, ed è questo che mi aspetto di vivere.

Dopo centinaia e centinaia di chilometri corsi in solitaria mi troverò in gara, fianco a fianco con migliaia di Runner di un sacco di nazionalità diverse e, so già, mi isolerò dentro il mio respiro.
Forse è una visione un po’ spinta della gara, ascetica. Ma credo che per molti il valore di una maratona non stia tanto lontano da questo, non lo è per me e in questo troverò la magia, sin da quando mi allaccerò le scarpe.
La magia ancor più meravigliosa è che tutte quelle persone, lungo lo stesso percorso, condurranno migliaia di battaglie diverse, spesso palesate con cartelli e travestimenti o scenette estemporanee, altre invece saranno intimissime.
Mi aspetto di leggere cartelli assurdi e di scambiare pensieri con il vicino di chilometro. Mi aspetto di poter aiutare qualcuno in difficoltà o di essere aiutato, fosse anche solo con un gesto del capo.
Mi aspetto di vedere l’Amico del cuore dietro le transenne, ben fornito di liquidi, carboidrati e parole incoraggianti, mentre altri amici mi agganceranno per qualche chilometro con l’intento di darmi una mano.
Mi aspetto lo sberluccichio della facciata della Basilica di San Paolo, l’odore dei bomboloni caldi a Testaccio ed il suono del Tevere all’isola Tiberina. Le mani dei bambini alzate in attesa di un “cinque” in Piazza Navona, la pelle d’oca nella discesa appena prima di svoltare sui fori imperiali e quegli ultimi 200 mt di sampietrini col Colosseo negli occhi, belli da togliere il respiro, da correre col nodo stretto in gola per ritrovare lo sguardo della mia famiglia.
Ma questa è un’altra maratona.

Paolo

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È iniziata l’ultima settimana prima della gara. Negli anni ormai ho imparato sulla mia pelle che il modo migliore per non farmi vincere dall’ansia in questi giorni è quello di cercare di seguire un piccolo vademecum.

Per prima cosa questi sono giorni fondamentali da dedicare prevalentemente al riposo fisico; al recupero delle energie; alla purificazione alimentare; alla concentrazione e organizzazione. Può sembrare banale, ma tutti questi accorgimenti sono importanti per evitare di mandare in fumo mesi e mesi di allenamenti; e te lo dice uno che per avere cenato con patatine e coca cola la sera prima della maratona di Parigi poi, in gara, ha rischiato di stramazzare ancora prima del quinto chilometro.

Questa è una maratona impegnativa (molti cambi di direzione, parecchi saliscendi, tanti sampietrini) ma ha anche l’indiscusso pregio di essere corsa quasi completamente all’interno del centro cittadino. Dettaglio non trascurabile visti i numerosi vantaggi che ne conseguono: una forte partecipazione di pubblico in ogni punto della gara a tenere alto il morale e ad incoraggiarti anche nei momenti difficili.

Domenica è sempre più vicina, ormai non resta altro che riposarsi, aspettare e soprattutto iniziare a preparare il menù per il carico di carboidrati di sabato sera (e se sei un appassionato di pizza come me, quello della maratona è un alibi perfetto).

Marta

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Mancano pochi giorni alla Maratona di Roma. Dopo essere stata sorprendentemente tranquilla fino a un paio di giorni fa, sento l’ansia pre-gara avvicinarsi. Ma sono ancora calma. Mi sono preparata bene, non so se nel modo migliore, ma bene per le mie aspettative personali, che non sono altro che tagliare il traguardo. È stato un bellissimo percorso di 4 mesi in cui ho cambiato il mio approccio alla corsa e mi sono divertita un sacco con la mia #tapasciatacrew :) sono stati i migliori dei supporters durante la preparazione alla maratona.

Domani parto e, mentre preparo la valigia, penso a come sarà la gara. Ho sentito dire tante volte che Roma è la migliore tra le maratone in Italia e le mie aspettative sono alte. Dicono anche che il pubblico sia fantastico, e questo per me si è importante; non è che mentre corro faccio attenzione a quello che è attorno a me (anche se a Roma sarà difficile) ma, nei momenti di stanchezza, il tifo che fa la differenza. 42 km sono 42 km e sono sicura che ci saranno dei momenti in cui il pubblico mi darà un extra di energia.

Sono contenta di avere scelto Roma come mia prima maratona e sono decisa ad arrivare al traguardo godendomi la gara al massimo.

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