Ecco una piccola storia: giorno di Santo Stefano 2012, qualche portata di troppo. Una decisione impulsiva: vado a correre per smaltire qualche caloria. Vediamo se ce la faccio e se mi diverto…
Oggi, 4 anni dopo:
La decisione d’istinto è diventata una relazione a lungo termine. Mai avrei creduto possibile una tale trasformazione: prima fumavo! Nel mentre m’impigrivo, e poi la scoperta: essere un runner.
Non ci credevo, né mi era mai passato seriamente per la testa di riuscire a fare qualche attività fisica in modo continuativo (il pianoforte… non conta!). Oggi corro, nuoto e vado in bici.
Cosa ho capito
Non faccio nulla di speciale. Ma l’eccezionale non è un valore assoluto, dato una volta per sempre. Un traguardo è solo il mio personale, quel limite che io credevo di avere e che oggi ho superato. Noi siamo ciò che raccontiamo: se crediamo fortemente in qualcosa, quella convinzione diventa il recinto nel quale confiniamo la nostra vita. Ma se proviamo a saltare lo steccato, per vedere cosa c’è al di fuori, potremmo addirittura scoprire che il recinto era solo frutto della nostra immaginazione.
Scoprire di riuscire a far qualcosa che non si pensava di saper fare è un’emozione grande. La sfida di tutti i giorni, però, è saper trasformare quel sentimento in un compagno di vita. Ciò che ieri era l’eccezione, oggi è la norma. Alti e bassi di qualsiasi attività che si protrae per lungo tempo: dal grande BauBau sempre in agguato, ai fasti della mezza maratona.
Bonus track: un concentrato di energia
Il Precipitato della 7° Sonata per pianoforte di Prokofiev. Attenzione a questo signore Maurizio Pollini. Provate a stargli dietro!
(Photo credits Kalle K)