Da alcuni mesi i due team Dorelan per le Maratone di Bologna e Firenze si allenano duramente per arrivare preparati agli appuntamenti del 31 Ottobre nella città emiliana e del 28 Novembre in terra fiorentina. Per ciascuna delle Maratone tre runner proveranno a superare per la prima volta il traguardo dei quarantaduemilacentonovantacinque metri, oppure a migliorare il proprio personale.
In questi mesi i miei compagni di avventura ed io ci siamo confrontati su aspettative, allenamenti e dubbi e tutti ci siamo concentrati sull’aspetto che riteniamo più importante raggiungere: arrivare al traguardo soddisfatti e dopo esserci divertiti per tutta la gara. Grazie al supporto di Dorelan, inoltre, ci siamo prestati alla raccolta dei dati sull’utilizzo del materasso ReActive, compilando in modo certosino un diario del sonno che aiuterà l’azienda a comprendere meglio come lavorare per migliorare ulteriormente i propri prodotti, visto che una delle fasi più importanti dell’allenamento è il riposo, soprattutto degli sport di endurance.
A BOLOGNA IL 31 OTTOBRE
I primi atleti ad affrontare la distanza Regina saranno Benedetta Pastore da Milano, Carlotta Ghislanzoni da Como e Luigi Mongelluzzo da Roma, che correranno a fine Ottobre a Bologna, nella prima edizione della Maratona del capoluogo emiliano e che sono stati allenati da Ivan Risti, triatleta e coach, che li sta accompagnando passo passo (è proprio il caso di dirlo!).
Benedetta, che ha già corso “per caso” una Maratona, è abituata a ritmi e volumi di allenamento molto alti, praticando anche nuoto e bici, pertanto per lei affrontare le nuove distanze non è stato complicato, o meglio, sapeva già cosa aspettarsi per cui ci è arrivata consapevole e psicologicamente pronta. La novità degli allenamenti di core stability impostati da Ivan è stata la parte più difficile e ci sono stati dei giorni in cui dopo 1 ora di core il gg dopo avevo male a fare le scale. Una robetta, insomma (!!!). Il traguardo della Maratona per Benedetta sarà il coronamento di un percorso che finirà solo in parte dopo l’arco di arrivo, e che sarà quasi certamente l’inizio di altro (qualcuno ha letto triathlon?). Dove trovi tante energie per fare tutto, beh questo è un segreto che non si saprà probabilmente mai, ma almeno per il recupero sappiamo che ha tratto giovamento dal suo nuovo Dorelan ReActive, per il quale nutriva in principio un certo scetticismo: le prime due notti un po’ di adattamento ci sono volute… poi una bomba. Alla mattina muscolatura decisamente più rilassata e distesa, schiena bella allungata e nessun problema di cervicale. Hanno proprio fatto centro.
Carlotta racconta dello stupore nello scoprire che gli allenamenti più duri da fare, invece che i lunghi come credeva in principio, sono stati i fartlek con cambi rapidi e ritmi alti, per i quali ha provato più fatica, ma che le hanno anche regalato le soddisfazioni migliori in termini di tempi e appagamento. Della Maratona, o meglio del percorso che sta facendo per prepararla, le piace il confronto con i compagni di viaggio e con gli altri runner che la accompagnano durante gli allenamenti, il raccontarsi le sensazioni e il condividere i piccoli grandi obiettivi raggiunti ogni volta che rientra a casa dopo aver fatto qualcosa di nuovo. Ciò che spera è di uscirne con il sorriso e la soddisfazione di averla chiusa nel migliore dei modi, coronando così il percorso fatto per raggiungere il traguardo. Sul suo ReActive il riposo è stato letteralmente stravolto. La prima sensazione è stata quella di rilassamento muscolare, le tensioni si sono lentamente sciolte, i muscoli sembrano recuperare più velocemente e il sonno è qualitativamente migliorato.
Per Luigi, che correrà per la prima volta una Maratona, l’allenamento più difficile tra quelli fatti fino ad ora, ma anche quello che gli ha dato più soddisfazione, è stato il lungo da trenta chilometri, corso dopo uno stop forzato che lo aveva tenuto praticamente fermo per quasi venti giorni, facendogli temere di dover saltare la gara a fine mese. Per lui quella di Bologna sarà la maratona “del riscatto”, del “riuscire a farcela” nonostante gli imprevisti che in questi due anni gli hanno impedito di correre la Maratona di Roma, la sua scelta iniziale per affrontare i quarantaduemilacentonovantacinque metri. Anche lui, come tutti noi che stiamo testando il nuovo materasso, ha cambiato le sue abitudini di riposo, giovando dell’uso del ReActive sia per quel che riguarda le prestazioni sportive, sia per la vita di tutti i giorni. Piccoli accorgimenti che lo hanno aiutato anche a superare i mal di schiena cronici di cui soffriva spesso e che sembrano spariti.
A FIRENZE IL 28 NOVEMBRE
A fine Novembre, invece, sarà il momento del team Firenze, allenato dal decano degli allenatori d’Italia, Fulvio Massini. Nella città de’ Medici correranno Katia Ciaccio, la nostra milanese imbruttita (lo dice lei eh!), Giorgio Cappelli, di casa a Firenze e Pietro Paschino, che poi sarei io. Anche noi tre ci siamo incontrati da poco per un allenamento di gruppo e abbiamo condiviso un po’ di pensieri sulla corsa e su come stia andando il test del ReActive.
A sentire Katia, il suo pensiero sulla Firenze Marathon è un inno alla corsa sulla lunga distanza: ti insegna ad ascoltarti, a riconoscere i tuoi limiti. La Maratona ti insegna a coltivare degli obiettivi, a ridimensionarli passo dopo passo se serve, a seguire il percorso senza cercare scorciatoie. Perché la Maratona non perdona. Quindi una cosa che cerco assolutamente in questa gara sono quelle buone sensazioni, sono le gambe che continuano a girare e sembrano correre da sole al loro ritmo. Sul suo ReActive, Katia era scettica, in prima battuta almeno: ci ho messo qualche giorno ad adattarmi, il primo giorno lo odiavo perché secondo me troppo duro rispetto al precedente che era “morbidoso”, ma poi vado a dormire con il mal di schiena e mi sveglio come nuova. Sto dormento moltissimo rispetto a prima, non mi sveglio più la notte e non mi rigiro nel letto in continuazione abbracciando i cuscini. Il compagno ideale, insomma, per svegliarsi pronta per affrontare le mattine di allenamento al buio aspettando l’alba e le corse domenicali in compagnia per fare i lunghi tra il Bosco in città ed il Naviglio.
Giorgio ogni volta che aumenta i chilometri da fare esplora un territorio nuovo, una terra sconosciuta in cui ogni passo è un insieme di sentimenti contrastanti: felicità, fatica, ambizione. Come quando, verso la fine dell’estate, ha corso nelle salite del monte Conero, in terra marchigiana, l’allenamento più duro tra quelli fatti fino ad ora (solo perché non hai ancora fatto i lunghissimi, fidati amico mio!). La corsa è benessere e per lui prepararsi per correre la Maratona è la massima espressione della ricerca di un modo per stare meglio con se stessi, trarre energia da questo sport per poi metterla a terra nella vita quotidiana. Cominciare a correre nelle mattine fresche, con il corpo che si deve ancora riprendere dal sonno e che – da quando dorme sul ReActive fatica a lasciare il letto -, è uno dei grandi piaceri della vita.
Per quel che mi riguarda, la Maratona ormai è l’unica gara possibile. Quella di Firenze sarà la decima, ho un obiettivo ambizioso (per me, ovviamente) e questo mi ha portato a cambiare molte cose nel piano di allenamenti (son passato dalla tabella dettata da Charlene ai consigli di Fulvio, un cambio radicale) e nelle abitudini quotidiane. In particolare, l’intensità degli allenamenti con le ripetute è stata una novità fisicamente provante, nelle precedenti preparazioni per la Maratona i miei piani prevedevano ritmi meno intensi e questo mi ha un po’ destabilizzato. Con l’arrivo del Dorelan ReActive, all’inizio dello scorso mese, ho cominciato a badare di più alla qualità del sonno, che forse avevo troppo a lungo snobbato, e ho ricominciato a svegliarmi riposato e pronto per affrontare le giornate, lavorative e sportive, in modo completamente diverso. Vorrei arrivare a Firenze sapendo di aver fatto del mio meglio per onorare la Regina, perché ormai tutte le altre distanze, anche quelle affrontate in maniera competitiva come una Mezza Maratona o una Dieci chilometri, sono solo corse di allenamento. Quello per i quarantaduemilacentonovantacinque metri è un amore completo, legato più al viaggio che si fa per raggiungere il traguardo che non alla competizione stessa. La Maratona, la gara di per sé intendo, non è che una scusa. Un modo come un altro – ok, forse non proprio come un altro – per sentire di poter ancora fare qualcosa che ti mette alla prova, che ti fa pensare che “sono un maratoneta, e qualunque cosa mi offrirà la vita, so che posso farcela”.
Ci vediamo a Bologna e Firenze?