Ecco perché la corsa ti sballa

Si è sempre pensato che le endorfine fossero le responsabili dello sballo da corsa. Forse non è proprio così


  • Uno studio ha dimostrato che il “runner’s high” non è causato dalle endorfine, ma dagli endocannabinoidi prodotti durante la corsa.
  • Esperimenti su umani e animali hanno confermato che bloccare l’assorbimento degli endocannabinoidi annulla l’effetto del benessere post-corsa.
  • Si ipotizza che le sostanze rilasciate durante la corsa abbiano un ruolo nell’alleviare lo stress e mantenere livelli di ansia bassi, derivanti dall’antico meccanismo di fuga dal pericolo.

 

Se corri conosci benissimo la sensazione di calma e benessere che invade il tuo corpo e la tua mente dopo una corsa, meglio ancora se lunga. Fino a poco tempo fa si riteneva che questa leggera euforia – spesso definita come simile a uno sballo da sostanze stupefacenti e non a caso chiamata “runner’s high” e cioè “sballo del runner” – fosse imputabile all’aumento di endorfine rilevato nel sangue di chi corre. Oggi uno studio dell’università tedesca di Amburgo-Eppendorf e di Johannes Gutenberg di Magonza — ha dimostrato che i responsabili sono da cercare altrove.

Gli attori

Facciamo un po’ di ordine con i nomi, per capire meglio lo svolgimento della scena. Le endorfine sono sostanze che alleviano il dolore e sono prodotte dal sistema oppioide. Gli endocannabinoidi sono invece molecole di comunicazione che si legano con il THC (da cui anche il nome), cioè uno dei principi attivi della marjuana. Il dubbio sul fatto che le endorfine non fossero responsabili del benessere post-corsa (pur aumentando le loro concentrazioni nel sangue di chi corre, dopo la corsa) era venuto agli scienziati per un motivo: le endorfine non possono attraversare la barriera ematoencefalica, preposta alla protezione delle cellule nervose. Se non possono attraversarla, come possono agire sul cervello donandogli questo stato di benessere?

La risposta doveva essere altrove e per questo l’hanno ricercata affidandosi a 63 candidati runner, divisi in due gruppi: uno al quale viene data una sostanza che blocca l’assorbimento delle endorfine e uno a cui viene somministrato un placebo. Dopo aver corso, entrambi i gruppi hanno manifestato lo stesso stato di benessere, a dimostrazione quindi che le endorfine non potevano esserne responsabili, dato che non ne avevano assorbite.

Analoghi esperimenti sono stati inoltre condotti anche su topi, furetti e cani. Nel caso dei topi è stata anche utilizzata una sostanza che blocca l’assorbimento degli endocannabinoidi (che è vietata per l’uso umano, quindi l’esperimento non è stato replicato sugli uomini) e i risultati hanno confermato l’ipotesi: le endorfine aumentano ma la loro concentrazione non è responsabile dello stato di benessere. Gli unici responsabili – almeno a oggi – sembrano essere gli endocannabinoidi, che confermerebbero quindi l’origine dello stato di benessere post-corsa, molto simile anche se in misura minore, a quello prodotto dall’assunzione di THC.

Perché?

Resta inspiegabile il motivo che ha determinato questa evoluzione non solo nella specie umana ma anche in altri animali: perché la corsa prolungata fa produrre all’organismo sostanze che calmano e abbassano i livelli di ansia? La spiegazione più plausibile è che, essendo la corsa legata al meccanismo di fuga dal pericolo, queste sostanze abbiano lo scopo di mantenere il panico o certe sensazioni che potrebbero compromettere l’incolumità del soggetto entro livelli di guardia.

Lo facciamo da decine di millenni, solo che i nostri progenitori se ne servivano per scappare dai predatori mentre noi lo facciamo per tenerci in forma. Il risultato è lo stesso: stare meglio (e salvarsi la vita, in un certo senso).

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