Il libro di Mark Manson “The Subtle Art of not giving a f*ck” significa esattamente quello che l’asterisco lascia intendere, ossia “La sottile arte di fare quello che c***o ti pare”, come è stato tradotto in italiano.
Come molti libri americani, il presupposto che lo anima è quello della ricerca della felicità o almeno la ricerca di un rapporto più sano e meno angosciante con i problemi della via. Ma non lasciarti trarre in inganno: questo non è un libro di self-help o di crescita personale e l’autore Mark Manson è più profondo e raffinato di quanto si possa pensare. Il titolo è di certo furbo e serve ad attirare l’attenzione, provocandola. Il contenuto invece è molto serio ma informale, grazie alla notevole capacità di Manson di comunicare e di spiegare concetti filosofici complessi con grande chiarezza e semplicità.
Il suo bello, credo, è che può essere letto a diversi livelli: può fornire ottimi spunti per chi cerca una guida esistenziale ma può anche, a un livello più profondo, essere apprezzato da chi conosce la filosofia e la psicologia.
Chi è Mark Manson
Manson è uno scrittore e blogger americano. Per capire meglio il personaggio dovrei dirti che a scuola pensava che la scrittura fosse il suo punto debole. Esatto: uno scrittore che è arrivato ad avere un notevolissimo successo mondiale pensava di non saper nemmeno scrivere. Questo dettaglio non è secondario perché dice molto della sua qualità come pensatore: cioè quella di sovvertire le categorie di pensiero, applicando sempre, insistentemente il concetto del “What if?”, e cioè: “e se le cose non stessero così? E se fosse vero anche il loro contrario?”, o, in altre parole, “È possibile vedere le cose da punti di vista opposti?”. Ovviamente sì, non solo è possibile ma è anche molto salutare. Lui stesso dice che “[Questo libro] propone un approccio allo sviluppo personale completamente nuovo. La vita non si basa sull’ignorare i problemi ma sul trovarne di migliori. Non significa evitare il fallimento ma imparare a gestirlo.”
Di cosa parla questo libro
Come scrive lui stesso, “Si tratta di un libro di self-help per persone che odiano il self-help. È tipo una pacca sulla spalla e uno schiaffo in faccia.”
Partendo dal presupposto che tutti cerchiamo la felicità, Manson si chiede se lo stiamo facendo nel modo giusto. A giudicare da quanto poco riusciamo a essere non solo felici ma almeno sereni, forse il problema è che lo stiamo facendo male.
La sua tesi di fondo è che ci preoccupiamo di troppe cose e, di conseguenza le giudichiamo. Pensiamo insomma che uno scopo della nostra vita sia collocarci e definirci in ogni modo rispetto a tutto, specialmente nell’esprimere opinioni e nel lasciarci influenzare dai giudizi altrui. Così facendo però facciamo dipendere il nostro stato emotivo (e quindi anche la nostra felicità) da qualcosa o qualcuno di esterno a noi, che quindi sfugge al nostro controllo.
La soluzione non è l’esatto opposto, cioè fottersene di tutto, come il titolo potrebbe far pensare (ah, i titoli ben fatti e la sapienza del marketing!) ma piuttosto “fottersene” solo di quelle davvero importanti. L’occhiello del titolo potrebbe infatti essere “E come imparare a preoccuparsi solo delle cose importanti”.
Manson dice insomma che buona parte della nostra serenità interiore viene dal non curarsi della maggior parte delle cose che ci succedono, e dal concentrarsi su poche davvero fondamentali. Poi ognuno si sceglie le sue.
Stranamente, pur trattandosi di un saggio americano – che normalmente sono strutturati secondo la logica del “Esponi una tesi e allunga il brodo per 300 pagine” – questo è interessante in ogni sua parte, ripetendosi alla fine molto poco.
A permetterlo sono di certo le sue indubbie capacità di scrittore e comunicatore, più che i contenuti in sé. Gran parte dei concetti non sono affatto nuovi e devono moltissimo alla filosofia classica, tanto che una critica che gli viene spesso mossa è quella di mancare di originalità. Alla quale lui risponde, come prevedibile, con uno scarto laterale e sorprendendo: “Sì, è vero. Però ho studiato questo e ‘I worked my ass off’ (cioè letteralmente “mi sono fatto il culo’) ed è giusto che venga pagato per questa mia capacità”. Ed è sacrosanto, aggiungo io. Si potrebbe forse dire che Manson è più un grande comunicatore che un pensatore originale ma alla fine conta ciò che ti resta, no?
Perché lo dovresti leggere
Per diversi motivi:
- perché dà dei consigli apparentemente controintuitivi ma molto intelligenti. Non si tratta infatti di un libro di self-help o di certo è lontano anni luce da quelli che normalmente vengono considerati tali
- perché allena la mente, perché non va mai a parare dove potresti pensare ma propone sempre una soluzione che spiazza
- perché è scritto benissimo
- perché apre diverse prospettive e mostra nuovi modi per affrontare la vita, o almeno suggerisce strade alternative fino a ora poco visibili
- perché non è affatto noioso e lo si può leggere in pochi giorni, e il tempo è l’unica vera ricchezza, e sprecarlo è l’unica vera irrecuperabile perdita.
Leggendolo non sprecherai il tuo tempo e ti lascerà in una parte del cervello qualcosa a cui pensare che, inaspettatamente, un giorno ti tornerà in mente. Al momento più opportuno.
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