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L’amigdala è una parte del cervello che elabora emozioni e reazioni a situazioni pericolose.
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Uno studio dimostra che vivere in città aumenta l’attività dell’amigdala, contribuendo allo stress generale.
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Camminare nella natura riduce l’attività dell’amigdala e diminuisce i livelli di stress, beneficiando la salute mentale.
“Amigdala” è un nome bellissimo. Viene dall’antico greco e significa mandorla. L’amigdala di cui parliamo oggi però è una parte fondamentale del nostro cervello: semplificando molto, è, fra le altre cose, il centro di elaborazione delle emozioni. Non parliamo in questo caso solo – o non solo – di quelle che comunemente definiamo emozioni (paura, rabbia, tristezza ecc.) ma di qualcosa di ancor più istintivo: l’amigdala è infatti responsabile della nostra reazione, spesso inconscia, a situazioni che considera di pericolo. In ogni caso e prima che avvenga qualcosa di potenzialmente pericoloso, l’amigdala ci mette in guardia.
Funzione enconomiabile che nell’antichità ha probabilmente salvato moltissimi nostri antenati dal rischio di essere mangiati da bestie feroci mettendoli in fuga, ma un po’ troppo sensibile per i tempi moderni, meno pericolosi almeno dal punto di vista della nostra esposizione a questo genere di rischi mortali. Lei però è sempre in guardia e capita che lo sia in particolare nelle città, col risultato di aumentare il livello di stress generale, con conseguenza di vario genere: sul sistema cardiocircolatorio, sull’umore, sulla visione della vita.
E se il problema fosse la vita in città?
Partendo da due studi del 2011 e del 2012, degli studiosi tedeschi hanno provato a dimostrare qual è il ruolo dell’amigdala e soprattutto se è influenzato dal contesto in cui si vive. Lo studio del 2011 dimostrava l’aumento dell’attività dell’amigdala in chi viveva in città, quello del 2012 si concentrava sull’incidenza nei centri urbani di chi soffriva di schizofrenia.
Il tentativo degli studiosi tedeschi era quello di dimostrare se la maggior incidenza statistica dei casi di malattie mentali nei centri urbani fosse dovuto alla difficoltà di accesso ad ambienti naturali. In altri termini, lo studio voleva dimostrare che l’ambiente urbano e la vita separata da quello naturale hanno un influsso sulla qualità della salute mentale delle persone.
Lo studio
Per dimostrare la tesi, gli studiosi hanno individuato 63 candidati – 29 donne e 34 uomini – di età media di 27 anni e li hanno sottoposti a una risonanza magnetica funzionale (una particolare risonanza che individua quali aree del cervello sono attivate durante lo svolgimento di particolari funzioni come leggere, parlare, camminare ecc.) prima e dopo l’esperimento. 31 dei partecipanti hanno camminato per un’ora per le strade di Berlino, 32 in mezzo alla natura.
Il risultato inequivocabile e rilevato sui due gruppi omogenei (entrambi composti da individui di entrambi i sessi e simili per altre caratteristiche) ha evidenziato nel gruppo “naturale” una diminuzione dell’attività nelle regioni del cervello che controllano i livelli di stress, ossia l’amigdala. Il gruppo “urbano” non ha invece evidenziato un aumento della stessa attività, evidenziando che, quantomeno, camminare in un contesto urbano aiuta a tenere lo stress entro livelli di guardia. Il risultato più notevole è però che la natura ha un evidente e positivo influsso nell’abbassare i livelli di stress.
L’importanza di questa ricerca
Potresti pensare che lo sapevi già e che anche tu hai benefici dallo stare in mezzo alla natura, e non avresti torto. Lo scopo della ricerca è però quello di dare un fondamento scientifico a certe intuizioni, cercando di capire quali meccanismi vi sono alla base e se, per esempio, anche un’esposizione più breve all’ambiente naturale ha benefici o se serve almeno un’ora.
L’argomento è poi sempre più centrale perché i dati dimostrano chiaramente che la tendenza è quella di concentrarsi sempre più nei centri urbani. Le città insomma sono destinate a crescere sempre di più e, con loro, anche la concentrazione di disagi mentali. Trovare un modo per alleviarli o annullarli è un importante contributo che la scienza può dare, partendo da considerazioni che possono superficialmente apparire scontate.
(Credits immagine principale: info.zonecreative.it on DepositPhotos.com – Via Medical News Today)