Le scarpe super trainer

Le Super Trainer sono esagerate in tutto: nello spessore dell'intersuola, nella leggerezza e nella velocità. E soprattutto nel divertimento!

Ti sarà capitato di vedere ai piedi di qualcuno delle scarpe molto particolari. Forse le hai viste anche in gara, magari le possiedi anche tu. Stiamo parlando delle cosiddette “Super Trainer (ST)”. Di cosa si tratta? Il nome le descrive bene: servono per l’allenamento e sono super. Quest’ultima è la parte che attira di più, vero? Cosa hanno mai di super? Basta guardarle per capirlo: la loro intersuola è decisamente molto importante, così tanto che in alcuni modelli raggiunge lo spessore di più di 50 mm.

Per capire quanto si tratti di una misura “esagerata” è meglio fare un paragone: le scarpe da running hanno intersuole con spessori (stack) che oscillano generalmente fra i 23-25 mm per quelle più veloci e i 30-35 per quelle più protettive.
Ma le differenze non finiscono qui, anche perché altrimenti l’esistenza di queste super trainer non sarebbe giustificata.

Cos’hanno di diverso

La principale differenza, come gia visto, è l’altezza dell’intersuola, che si attesta attorno ai 50 mm ma che in alcuni casi può essere anche maggiore.
Le mescole usate sono poi diverse da quelle “normali”: o sono versioni speciali delle classiche in EVA o sono fatte in materiali completamente diversi. Nel primo caso l’EVA viene alleggerito dall’iniezione di azoto o CO2 senza compromettere – anzi, aumentando – la risposta elastica; nel secondo caso sono mescole in TPU o PEBA declinato a seconda del brand. In entrambi i casi i risultati sono: estrema leggerezza ed estrema risposta elastica.

adidas Adizero Adios Pro 3
adidas Adizero Adios Pro 3

Il profilo molto alto comporta anche un cambio di quota del baricentro, tanto che a prima vista potrebbero dare l’impressione di essere instabili. In verità la loro impronta ha un dimensione maggiore che compensa l’altezza e le rende molto equilibrate. Ciò non significa però che possano andare bene a tutti, ma ne parliamo più avanti.

Per finire, generalmente le ST non hanno piastra in carbonio o simili inserti nell’intersuola. Alcuni modelli in verità ne dispongono. È il caso delle Nike Alphafly NEXT% 2 o delle adidas Adizero Adios Pro 3 e non è un caso: entrambi i modelli sono infatti da gara, ma oggi parliamo di allenamento, giusto?

Cos’hanno in comune

ASICS Superblast

Se si esclude il sistema suola/intersuola, le tomaie delle ST sono simili a quelle delle loro cugine “normali”. A volte possono essere più leggere e usare mesh di spessori contenuti ma accade più spesso in quelle con vocazione racing e non in quelle da allenamento. Il motivo? Dato che sono disegnate proprio per la preparazione, è ragionevole che usino materiali più duraturi, anche per resistere a chilometraggi più impegnativi.

Dal punto di vista geometrico, il drop è molto simile a quello delle loro cugine normali: varia infatti tra gli 8 e i 12 mm, il che le rende molto familiari poiché non portano a modificare l’impostazione di corsa, spostandola verso il mesopiede.

Un’ultima nota: la loro forma potrebbe far pensare che derivino dal filone delle maximal, di cui a dir la verità si sono un po’ perse le tracce. Le maximal hanno però una geometria molto più simile alle scarpe da natural running, avendo drop nulli o molto contenuti. Semplificando, le maximal sono scarpe natural agli steroidi e le super trainer sono scarpe da allenamento… sempre agli steroidi :)

A cosa servono

Come già detto, la loro vocazione è quella dell’allenamento. Unita però ad alcune caratteristiche molto particolari:

  • sono molto comode
  • sono super rimbalzose
  • sono molto divertenti

Il fatto che siano da allenamento ne preclude l’utilizzo in gara? Assolutamente no: si tratta pur sempre di scarpe molto leggere e veloci, quindi usarle in gara è perfettamente comprensibile, anche perché in fondo si tratta delle scarpe con cui probabilmente hai fatto più strada e con cui hai quindi più confidenza.

Poterle usare in ogni occasione ha anche un altro lato positivo che mitiga il loro aspetto più problematico, ossia il costo generalmente superiore ai 200 euro: con questa spesa puoi risolvere infatti il problema sia di avere una scarpa da allenamento che una da gara perché le ST possono assolvere a entrambi i compiti. Non dovrai insomma più considerare il costo di due scarpe ma di solo una, anche se – come puoi ben capire – una scarpa che fa bene due cose diverse non può fare in maniera eccellente una sola cosa. Ciò significa che le scarpe da gara sono comunque più veloci di una ST e quindi se le usi in competizione non puoi aspirare ai tuoi tempi migliori.

A chi sono destinate e chi è meglio che le eviti?

Il problema – e lo dico col sorriso – di queste scarpe è che creano dipendenza: sono davvero divertenti, sono leggerissime, sono comodissime. Ti meravigli quasi che siano anche scarpe con cui correre veloce e invece lo sanno fare molto molto bene.

Il fatto che il baricentro sia più alto del normale (in alcuni casi anche di 20-25 mm) può dare problemi a chi ha difficoltà propriocettive e a chi ha scarso equilibrio.
Le conseguenze di così tanto strato ammortizzante sul sistema muscolo-scheletrico non sono invece state ancora indagate a fondo, anche perché si tratta di una tecnologia relativamente recente, non avendo più di 3/4 anni (anzi: la grande esplosione l’ha avuta negli ultimi due, anche grazie all’introduzione delle ASICS Nobablast, cioè uno dei primi modelli di questa categoria di un grande brand).

Concludendo

A volte è interessante chiedersi cosa può aver portato designer e ingegneri dei diversi brand a investire su prodotti completamente nuovi. Il motivo più semplice è che rispondano a esigenze del mercato, spesso indicate da alcuni brand particolarmente intuitivi e visionari che hanno scoperto nuove strade, aprendole poi per tutti.
Uno dei primi ad avere questa intuizione è stato senza dubbio Hoka, le cui scarpe con grosse e larghe intersuole all’inizio generavano ilarità, almeno finché non hanno iniziato a usarle (specie nell’ultramaratona) atleti fortissimi, poi seguiti dal pubblico più ampio.

Qual era la domanda che proveniva dal mercato quindi? Quella di scarpe più comode e che esponessero meno al rischio di infortuni ma che fossero anche molto divertenti e leggere. Le ST sono la risposta ideale: sono leggere, sono comodissime, sono molto divertenti. E, grazie alla loro risposta elastica, ti fanno andare anche molto veloce.

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