Pensavo di iniziare questa recensione delle nuove adidas Ultraboost Light parlando di quello che consideravo il loro modello precedente, le Ultraboost 22 ma – dopo solamente un paio di corse – mi sono subito reso conto che non avrebbe avuto senso: le Ultraboost Light sono un modello completamente diverso. Certo, derivano esteticamente dalla loro versione precedente e hanno alcuni tratti del design in comune ma, sul piano funzionale, sono tutt’altra cosa.
Non a caso, nella fase di progettazione e design, ne sono stati realizzati 10 prototipi diversi tra loro per testare le diverse soluzioni e trovare l’equilibrio perfetto.
E, se ti stai chiedendo se 10 prototipi siano tanti o pochi, ti posso dire che sono tantissimi. Già farne due o tre è un investimento non trascurabile; dieci significa voler trovare a tutti i costi le soluzioni perfette.
È un aspetto tutt’altro che trascurabile perché ti fa capire come lavora un brand – adidas, appunto – e quali siano i suoi sforzi per raggiungere il risultato di un prodotto “made for the athletes“, come dicono da sempre a Herzogenaurach, da quando Adi Dassler creava le scarpe per Jesse Owens negli anni ’30 del secolo scorso.
Tutto il meglio che adidas offre per il comfort e il divertimento sulle lunghe distanze
I dieci prototipi sono giustificati anche dal fatto che, nelle nuove Ultraboost Light, i designer adidas hanno concentrato il meglio delle loro tecnologie, partendo da un nuovo materiale all’intersuola: BOOST light, appunto.
La nuova mescola è il 30% più leggera rispetto al BOOST e “più leggerezza” in questo caso si traduce anche con “più divertimento”. Le sensazioni sono molto positive fin dal primo momento in cui le indossi: ne assapori subito la comodità e senti subito che ti ci divertirai parecchio.
Non a caso, le Ultraboost Light ora hanno un peso inferiore ai 300 grammi nella versione da uomo (e 262 grammi in quella da donna). Per completare la “rassegna numerica”, il drop è di circa 10 mm. Dico “circa” perché, a essere sincero, la percezione è leggermente inferiore in quanto la morbidezza del materiale comprime leggermente l’intersuola quando sei in piedi.
Ma le Ultraboost Light non si possono definire solamente attraverso il nuovo materiale all’intersuola. Ci sono altri tre elementi da tenere in considerazione: il supporto al tallone, il sistema LEP e la tomaia in PRIMEKNIT+.
Proprio la tomaia è una piacevolissima scoperta che contribuisce alla grande comodità della scarpa. Realizzata in un unico pezzo, immaginala come un calzino applicato supra all’intersuola. Non ci sono sfregamenti, è perfettamente aderente e – importantissimo – si adatta alla conformazione del piede. Io, per esempio, ho un collo del piede molto alto e, già dalla prima corsa, la tomaia si è adattata perfettamente a questa mia caratteristica.
Lo spazio per le dita è ideale, sia nel movimento verticale che in espansione laterale quando si appoggia il piede.
Il supporto al tallone è la chiave per la stabilità di questa scarpa neutra: lo sostiene, lo guida ma senza mai stringere troppo. Insomma, ti mette il piede nella posizione ideale per correre nel modo corretto.
Il terzo elemento, come ti dicevo, è il LEP (acronimo per Linear Energy Push). Questo sistema permette una transizione più veloce e propulsiva dalla parte posteriore del piede fino al termine della rullata. Cosa significa detto in tre parole? Spinge in avanti. E lo fa molto bene.
Come va su strada
Innanzitutto, per capire appieno le Ultraboost Light, bisogna comprenderne l’uso: sono fatte per correre a lungo, divertendosi.
E quando dico “a lungo”, intendo che il limite è la durata delle gambe, non delle scarpe. La nuova mescola BOOST Light non va mai in crisi e – per sua caratteristica chimica (non è una EVA) – non risente nemmeno della temperatura.
Fin dai primi chilometri senti che è una scarpa che non è leggera solamente nei numeri ma lo è – soprattutto – nella percezione. E la presenza del supporto al tallone è un elemento che rassicura molto.
La maggiore quantità di materiale BOOST Light verso il tallone porta, inevitabilmente, ad appoggiare nella parte posteriore del piede (tra tallone e mesopiede), sfruttando poi il sistema LEP e la sua propulsione per agevolare la fase di spinta.
Questa asimmetria di materiale tra tallone e punta permette un atterraggio più morbido e una spinta ancora più propulsiva in fase di stacco.
Certo, non sono scarpe superveloci da gara – per quelle devi necessariamente andare nella famiglia Adizero di adidas – ma sono scarpe molto divertenti che ti possono accompagnare ovunque: nei lunghi lenti, nelle corse di scarico, negli allunghi e sicuramente anche in gara.
Ricordo che, quando ho parlato con Simon Lockett (Footwear Product Marketing Category Director di adidas) in occasione del lancio, alla domanda su quali sensazioni si fossero concentrati nella fase di progettazione della scarpa, mi ha risposto che il loro scopo è stato far dire “wow!” quando le usi per correre.
Direi che ci sono riusciti.
In conclusione
Dopo aver usato le nuove adidas Ultraboost Light, ti posso dire che sono adatte a qualunque runner – soprattutto quelli che cercano divertimento ogni volta che escono a correre, sia che siano principianti, sia runner esperti.
Il costo è allineato al mercato delle scarpe premium che possono essere usate per gli allenamenti quotidiani e per le lunghe distanze. Il prezzo di listino è infatti di 190 euro ma, considerando la quantità di innovazione e tecnologia che contengono, sicuramente il rapporto qualità/prezzo è positivo.