-
Il cambiamento climatico sta influenzando le attività sportive all’aperto, con temperature sempre più estreme e imprevedibili.
-
I runner devono adattarsi alle nuove condizioni ambientali, prestando attenzione a quando e come praticare la corsa.
-
L’accessibilità dello sport potrebbe diventare un problema, con alcuni che potrebbero dover correre in ambienti controllati e altri all’aperto, a seconda delle possibilità economiche.
Sembra inevitabile far precedere ogni discorso che parli delle condizioni climatiche da qualche precisazione e allora facciamola anche in questo caso: ha fatto o fa molto caldo, a prescindere dal fatto che si pensi che è sempre stato così e che in estate le temperature sono comunque sempre più elevate. Che si creda insomma che si tratti di cambiamento climatico o di percezione della temperatura, si può essere d’accordo su questo? Fine della precisazione.
Ma parliamo di noi runner
Che le temperature siano oggettivamente aumentate pare un fatto indiscutibile. Possiamo ignorarlo se abbiamo la fortuna di avere l’aria condizionata ma non possiamo se andiamo a correre. Correre trascinandosi un condizionatore appresso non è pratico e quindi noi runner siamo più sensibili di molti altri a certe condizioni ambientali. Correre con il caldo estremo può nella migliore delle ipotesi essere più faticoso e basta, nella peggiore può provocare danni al fisico, fino a conseguenze fatali, fortunatamente in casi molto isolati.
Insomma: se corri, ti sarai reso conto che negli ultimi anni presti più attenzione a come e quando lo fai, specie in estate.
Se ne stanno accorgendo anche gli organizzatori delle gare che si trovano a pensare di dover rimodulare i calendari in funzione di una “bella stagione” che si sta sempre più estendendo.
Tralasciando gli effetti più macroscopici della faccenda (vedi la precisazione iniziale), se si trattasse solo di distribuire le gare su 9 mesi invece che su 6 (semplificando molto!), poco male. Il fatto è che assistiamo a oscillazioni di temperature sempre più incontrollabili. Paradossalmente il fatto meteorologico più inquietante non (solo) che ci sia più caldo ma che in alcuni giorni il caldo sia sensibilmente più estremo della media.
Ora immagina come si può organizzare una gara collocandola in una data in cui normalmente – per quanto la normalità non esista più, praticamente in ogni campo – le temperature sono miti e ritrovarsi a farla in condizioni estreme. Parliamo di quelle che i meteorologi sensazionalisti chiamano “bombe di calore”.
Il divario
Amiamo ripetere che la nostra palestra non costa niente ed è sempre a cielo aperto: noi runner corriamo per le strade e non abbiamo bisogno di altro che di un paio di scarpe e dell’abbigliamento adeguato.
O dovremmo usare il passato? Dovremo insomma iniziare a pensare che uno sport così accessibile e democratico potrebbe diventare esclusivo solo di chi può permettersi di praticarlo in strutture climatizzate o a casa, su un tapis roulant che non tutti possono permettersi?
Forse oggi questa domanda può sembrare eccessiva: in fondo scegliendo l’ora giusta si può ancora riuscire a correre all’aperto, anche quando fa molto caldo. Per quanto sarà ancora così? Difficile pensare di farlo senza sofferenza quando anche di notte si registrano 30 e passa gradi. Quando e dove si collocherà insomma l’ora giusta per andare a correre?
Il rischio anticipato dalla CBS è che il divario di classe si farà evidente anche nella corsa e separerà chi può permettersi di correre in ambienti controllati e chi dovrà soffrire sempre di più e farlo all’aperto. O addirittura rinunciarvi.
I New York Road Runners e la Boston Athletic Association – che organizzano rispettivamente la New York City Marathon e la Boston Marathon – stanno già consigliando i runner su come prepararsi a competizioni che potrebbero svolgersi in condizioni estreme. Si parla addirittura di spostarne alcune indoor.
A prescindere dall’opinione che si ha rispetto al clima – che, ricordiamo, è cosa diversa dal meteo, dato che considera fenomeni più estesi su scala temporale – e ricordando che non dovremmo neanche discutere di opinioni trattandosi di questioni oggettive, resta il fatto che chiunque può trovarsi a dover modificare le proprie abitudini di corsa, e cioè come e quando farlo. Sino a dover scegliere le gare non più solo in funzione della propria disponibilità ma anche rispetto a un clima imprevedibile.
Forse è vero che in estate ha sempre fatto caldo ma che in pochi giorni si passi dalla grandine a un caldo intollerabile dice una sola cosa: qualcosa è cambiato e l’umanità deve fare ancora una volta la cosa che le riesce meglio: adattarsi. E nel mentre, sperare che i fenomeni meteo non si acutizzino sempre più, perché a rimetterci non saremo solo noi runner ma tantissime altre persone. Milioni di persone.