La prima volta che mi parlarono dei cinque tibetani pensavo mi volessero raccontare una storia. Poi ho capito che si trattava di “Cinque (esercizi) tibetani”.
Di cosa si tratta? Molto semplicemente: è una serie di 5 esercizi da eseguire in sequenza per 21 volte l’uno, possibilmente al risveglio e a stomaco vuoto.
Lo scopo è quello di risvegliare il corpo e i suoi organi e di agire sui 7 chakra. A questo punto potresti manifestare qualche perplessità dato l’argomento. Non temere: se non ti interessano le discipline orientali puoi considerarli esercizi fisici tranquilli e non nocivi, va benissimo così.
Storia
La prima volta che si sentì parlare dei Cinque Tibetani fu circa un secolo fa, grazie al libro “The Eye of Revelation”, scritto da Peter Kelder. Di lui si sa poco: lavorava in California nell’industria cinematografica e aveva scritto questo libro inspirato dall’incontro con un colonnello in pensione dell’esercito britannico che raccontava di essere venuto a conoscenza dei riti grazie all’incontro con monaci che li praticavano in un monastero sull’Himalaya. I riti – a sua detta – erano alla base della loro eterna giovinezza.
I riti/esercizi sono non a caso passati alla storia come esercizi dell’eterna giovinezza, capaci di curare organi e corpo, sino a ringiovanirli. Libero ognuno di crederci o meno, personalmente consideriamo questa parte della storia come leggendaria o quantomeno fumosa, per non dire sconfinante nel marketing vero e proprio. Ma qui non conta: quello che interessa sono gli esercizi, alcuni dei quali condividono molto con alcune figure dello yoga.
A dirla tutta poi, per la cultura tibetana i chakra sono cinque e non sette (come per quella indiana) e i buddisti predicano il superamento della brama per i beni materiali, compresa la ricerca della bellezza e della giovinezza. Infine lo yoga tibetano non prevede rotazioni su se stessi (previste dal primo rito).
A cosa servono
Come detto, lo scopo filosofico/spirituale dei Riti Tibetani è quello di aprire i sette chakra e di attivare il corpo, lasciandovi fluire energia e caricandolo. Non a caso devono essere eseguiti all’inizio della giornata.
Dal punto di vista pratico/fisico si tratta di una serie di esercizi di stretching e isometrici che hanno radici nello yoga e coinvolgono la respirazione. Da questo punto di vista sono da ritenersi comunque interessanti, ma ne parleremo più avanti.
I benefici che portano riguardano la riduzione dello stress grazie alla respirazione controllata e l’aumento della concentrazione, il miglioramento dell’elasticità e potenza dei muscoli, il controllo dell’equilibrio. Quasi tutti i muscoli vengono coinvolti, e con essi anche gli organi interni.
Gli esercizi
Eccoci finalmente agli esercizi :)
Pochi accorgimenti per eseguirli:
– Sono sufficienti un abbigliamento comodo ed elastico, possono essere eseguiti scalzi (meglio, anzi) e, per comodità, si può usare un tappetino da yoga ma anche senza va bene lo stesso
– è importante essere costanti e farli ogni giorno. Impiegano pochi minuti e danno benefici, se non altro perché risvegliano corpo e mente e ti permettono di cominciare la giornata con qualcosa di già fatto.

Primo rito: rotazione
Da eseguire in piedi, tenendoli lievemente distanti e paralleli. Ruota in senso orario tenendo i palmi delle mani rivolti verso il basso mantenendo lo sguardo alla stessa altezza verso un punto indefinito all’orizzonte. Non chiudere gli occhi per non aggravare l’eventuale mancanza di equilibrio e interrompi in caso di giramenti di testa.
Secondo rito: l’angolo
Stenditi in posizione supina appoggiando braccia e palmi delle mani sul pavimento. Solleva le gambe fino a portarle perpendicolari al busto mentre porti contemporaneamente la testa verso il petto.
Terzo rito: l’arco
Metteti in ginocchio e appoggia i piedi sulle dita mantenendo le ginocchia piegate a 90 gradi. Porta i gomiti dietro la schiena appoggiando le mani sui glutei. Espirando reclina la testa in avanti verso il petto e inspirando portala all’indietro arcuando leggermente la schiena.
Quarto rito: il ponte
Siediti a terra a gambe leggermente divaricate e il busto perpendicolare al pavimento. Tieni i piedi a martello e appoggia i palmi delle mani a terra mantenendo le braccia aderenti al busto. Inspirando alza il bacino sino a piegare le gambe a 90 gradi e allineando cosce e busto parallelamente al pavimento. Mentre assumi la posizione di ponte reclina la testa all’indietro. Espirando ritorna alla posizione seduta di partenza. Ripetere.
Quinto rito: la montagna
Appoggiandoti con la pancia a terra, sollevati sulle braccia stirando il più possibile la schiena e mantenendo le gambe aderenti al pavimento. Espirando solleva il bacino spingendoti indietro con le braccia, sino ad assumere la posizione di una V rovesciata, appoggiandoti il più possibile sulla pianta dei piedi. Inspirando riportati nella posizione precedente.
Terminati i riti, stenditi in posizione supina per qualche manciata di secondi/minuti e concentrati sulla respirazione, rilassandoti.
Quante volte vanno eseguiti
Il numero di ripetizioni totale è di 21 per ogni esercizio. È preferibile cominciare però da un insieme più limitato di ripetizioni e avvicinarsi alle 21 progressivamente, dedicando magari una settimana a ogni circuito, partendo da 3 e aumentando ogni 7 giorni di due unità. La sequenza è quindi:
– Prima settimana: 3 ripetizioni per ogni esercizio
– Seconda settimana: 5 ripetizioni per ogni esercizio
– Terza settimana: 7 ripetizioni per ogni esercizio
…
– Decima settimana: 21 ripetizioni per ogni esercizio.
Giunti alla decima, puoi proseguire mantenendo costante il numero di ripetizioni. È infatti importante che i Cinque Tibetani diventino un’abitudine, come bere un bicchiere d’acqua appena svegli o il caffè. Non impiegano molto tempo, tonificano il corpo e danno molta energia, anche perché lo risvegliano con vigore ma senza sfiancarlo.
Quando eseguirli
Come già detto, dato che servono ad aprire i chakra, vanno eseguiti appena alzati, come risveglio del corpo. Impegnandolo però relativamente poco, alcuni li praticano anche alla sera prima di coricarsi. Dato che non si tratta di un allenamento sfiancante (anzi, non impegna il fisico come un allenamento vero e proprio), possono aiutare a rilassare mente e corpo a fine giornata, quindi è consigliato farli al mattino ma non è sconsigliato farli prima di dormire.
Infine
Complimenti, arrivare fino a questo punto non era scontato! Saremo brevissimi: si può credere o meno all’aspetto spirituale, ai chakra o a tutto l’apparato trascendentale dei Riti Tibetani. Si può anche considerarli delle diavolerie o non crederci e basta.
Si può però allo stesso tempo praticarli solo per il beneficio fisico e mentale che ti danno. Si tratta inoltre di una forma tutto sommato gestibile di disciplina che ti permette di sviluppare e fortificare la costanza e l’impegno. Infine: se li pratichi con attenzione possono insegnarti molto in termini di controllo della respirazione e di gestione dell’equilibrio e della propriocezione.
Secondo noi ne vale la pena. Di certo non fanno male, altrimenti non te ne avrebbe proprio parlato.