I limiti secondo Arnold

Accetteresti un consiglio da Arnold Schwarzenegger? Come rifiutare, specie se è così saggio

Arnold Schwarzenegger ha la faccia e il fisico di uno che di limiti – e del loro superamento – ne sa qualcosa. Quindi quando dice qualcosa in merito lo si sta ad ascoltare, considerando anche che è molto simpatico.

Mr Olimpia per sette volte, attore in film d’azione memorabili in cui ha interpretato personaggi passati alla storia del cinema come Terminator, governatore della California dal 2003 al 2011, Schwarzy – come lo chiamano affettuosamente in molti – ha ormai lo status del saggio. Hanno avuto molta eco mediatica le sue posizioni a favore della scienza durante la pandemia o contro Putin dopo l’invasione dell’Ucraina, anche perché spesso pronunciate da uno che non le manda a dire e che usa un linguaggio molto evocativo e deciso.

In questo caso però Schwarzenegger parla direttamente a ognuno di noi e, raccontando qual è per il lui il concetto di limite, ci spiega anche quanto è mobile.

Il limite non è una barriera impenetrabile

Non sono affatto d’accordo riguardo al fatto che tu possa trovare i tuoi limiti. Quelli che puoi trovare sono i tuoi attuali limiti, non quelli assoluti.

Secondo Schwarzy, quelli che consideriamo come limiti invalicabili lo sono solo nel tempo presente o immediatamente futuro, ma mai per sempre. Quello che ce li fa vedere sotto questa luce sono l’abitudine e la paura di non poterli mai superare.

Per meglio spiegarsi fa degli esempi, uno dei quali è molto familiare a chi corre: è la storia di Roger Bannister. Quando corse nel 1954 per la prima volta nella storia dell’umanità un miglio in meno di quattro minuti. Da quel giorno in poi la sua impresa è diventata un limite valicabile anche per altri atleti. Fino a poco prima però era dato per scontato che nessun essere umano sarebbe mai stato capace di correre un miglio in meno di 4 minuti. Finché un essere umano non l’ha fatto, illuminando nuove strade per tanti altri dopo di lui.

Il vecchio limite è diventato la nuova normalità.

I limiti sono solo nella testa

Quello che sembra dire è che i limiti sono i confini della nostra comfort zone: finché ce ne stiamo all’interno conosciamo il territorio e siamo tranquilli ma è solo uscendo che possiamo esplorare nuove dimensioni ed espandere la mente.

I limiti non sono solo fisici, anche perché spesso i più vincolanti sono proprio quelli mentali: danno tranquillità e fanno stare comodi ma allo stesso tempo costringono in una dimensione limitata, appunto.

Quello che dice Schwarzenegger è anche che esistono chiaramente dei limiti fisici ma che ciò non deve convincerci che non sia giusto provare a superarli, specie in ambiti in cui l’espansione possibile è teoricamente infinita, cioè quello della mente.

Non bisogna insomma sollevare sempre più peso fisico – come faceva lui ai tempi dei suoi titoli mondiali – ma concentrarsi piuttosto su quello mentale: il cervello può essere infatti allenato e può continuamente migliorare la propria plasticità, quindi la sua capacità di riprogrammarsi in continuazione e con sempre maggiore facilità in funzione dell’allenamento a cui si sottopone.

I limiti imposti definiscono ciò che siamo e il loro superamento è ciò che potremmo essere. Per pigrizia mentale pensiamo che quello che abbiamo e che sappiamo o vogliamo fare sia tutto ciò che ci è concesso mentre, spostando poco alla volta il limite sempre più in là, scopriremmo che è ciò che potremmo essere è molto più grande di ciò che siamo.

Correre un km in più, leggere un libro in più al mese, parlare una nuova lingua imparando 4-5 nuovi vocaboli al giorno. Quello che spesso ci frena è la mancanza di costanza nell’approssimarsi a quei limiti, oltre alla difficoltà di vederli come realistici dato che sono ambiziosi o che richiedono impegno.

Forse – e questo lo aggiungiamo noi ma Arnold sarebbe d’accordo con noi – l’intelligenza sta nel fare pochi passi alla volta in direzione dei limiti e guadagnando strada un po’ ogni giorno invece che concentrarsi su un unico balzo che difficilmente riuscirà.

La gioia della vita consiste nel capire di cosa siamo capaci, e di essere oggi migliori di come eravamo ieri.

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