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La preparazione alla maratona può essere un percorso fatto di alti e bassi.
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Sperimentare è sempre importante ma può portare a risultati non piacevoli.
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Chi dice però che, alla fine, la gara ne risulti positiva?
Quando ho iniziato questo percorso non sapevo cosa aspettarmi. Non avendo esperienze precedenti è stato come procedere su un sentiero buio in cui riesci a vedere solo la punta dei tuoi piedi e al massimo pochi metri avanti a te.
Ottobre è stato un mese impegnativo, che mi ha messo a dura prova sotto tutti i punti di vista. Mi sono sentita come in un frullatore di emozioni e sensazioni contrastanti.
Un percorso fatto di alti e bassi
Nel corso della preparazione per la maratona di Valencia mi sono accorta che qualcosa non stava funzionando. Il mio corpo ha iniziato a ribellarsi, non accettando di buon grado l’aumento del numero e dell’intensità degli allenamenti. Quello che inizialmente era solo un malessere fisico ha iniziato a minare anche il mio benessere psicologico e mentale. Mi sono allarmata, spaventata, scoraggiata e demoralizzata. Mi ci è voluto del tempo per accettare i segnali di allarme che mi stava mandando lo stesso corpo che fino a poco tempo fa mi aveva sostenuto. Se parafrasassi il comportamento del mio corpo si tradurrebbe in una frase come ehi, stai esagerando, devi rallentare perché mi stai chiedendo troppo. L’ho ascoltato e l’ho assecondato, rallentando.
Un esperimento non riuscito
Alla fine di ottobre ho corso la mezza maratona di Valencia. Mi ero iscritta a marzo, prima ancora di sapere che a un mese da quella mezza maratona sarei tornata a Valencia per correre la mia prima maratona. L’ho presa con filosofia, senza grandi aspettative. Il giorno prima della gara, mentre gli altri runner prendevano parte a una shake out run lungo mare io ho preferito riposare e godermi il pomeriggio fronte mare in compagnia del mio libro.
Tanto ho preso la decisione giusta il sabato tanto ho fatto la scelta sbagliata domenica in gara, decidendo di usare un gel mai testato prima. Eppure so perfettamente che non si fanno esperimenti il giorno della gara! Nonostante questo ci sono cascata.
Ho corso senza problemi i primi 15km, in linea con l’obiettivo cronometrico che mi ero data. Poi ho preso il gel e sono arrivati i fastidi intestinali, segnale evidente che il mio corpo non aveva gradito quello specifico integratore. Ho smesso di correre e ho iniziato a camminare. La sensazione di fallimento che mi ha assalita era insopportabile. Ho concluso la mezza maratona alternando corsa e camminata, tagliando il traguardo in lacrime. Ho preso la medaglia ma non l’ho nemmeno indossata. Non sentivo di essermela meritata.
A distanza di qualche ora, a mente lucida ho ripensato all’accaduto. Ero andata in totale black out, forse per una mancanza di fiducia nelle mie capacità.
Rimboccarsi le maniche e reagire
Dopo il weekend a Valencia è seguito quello a Marsiglia, dove ho rincontrato i 10 runner che come me correranno la maratona di Valencia il 3 dicembre insieme a New Balance e Intersport. È trascorso solo un mese dall’ultima volta che ci siamo visti ma avevamo così tanto da raccontarci. È stato bello ritrovarsi e condividere nuovi indimenticabili momenti, di corsa e non.
Ci trovavamo a Marsiglia per una ragione in particolare: partecipare alla Marsiglia-Cassis che si sarebbe tenuta proprio quella domenica. Il percorso della gara si sviluppa da Marsiglia a Cassis per un totale di 20km con 300m di dislivello, tutti concentrati nella prima parte di gara, con eccezione di qualche ulteriore strappetto nella parte finale.
Nonostante abbia scoperto essere tre le gare più partecipate in Francia, seconda solo alla maratona di Parigi, non ne avevo mai sentito parlare prima. Ho avuto una doppia fortuna: quella di esserne venuta a conoscenza ma soprattutto averla vissuta e vista attraverso i miei occhi. Perché per quanto qualcosa possa essere raccontato bene, scegliendo con cura le parole giuste, certe situazioni per essere davvero capite devono essere vissute in prima persona.
Ho attraversato il magnifico parco delle Calanques lasciandomi stupire da un paesaggio mozzafiato.
Avevo un solo obiettivo per questa gara: essere gentile con me stessa. Ho corso quando ho potuto e ho camminato quando ne ho sentito il bisogno. Nessun esperimento è stato fatto durante la gara. Ho imparato la lezione. Il risultato è stato ottimo! Mi sono goduta ogni singolo chilometro, tagliando il traguardo con il sorriso, contenta e soddisfatta di me stessa.
Mancano 4 settimane al giorno dei giorni. Con più fiducia e consapevolezza proseguo con minor tensione e senza ansia da prestazione la preparazione a modo mio, seguendo la mia strada.