Lo sport entra nella Costituzione italiana

Il voto è stato unanime. La Camera ha approvato la modifica dell’articolo 33. Dal 20 settembre 2023 la parola sport entra a far parte della Costituzione italiana

Nell’articolo 33 della Costituzione si tratta il tema dell’arte e della scienza, pratiche libere così come lo è il rispettivo insegnamento. Viene normata l’istituzione di scuole e istituiti di educazione, pubblici e privati. Ne viene inoltre delineato il trattamento, che deve essere paritario per tutti gli alunni.

Al ruolo di scuole, istituti di educazione, università e accademie è stato riconosciuto il ruolo della pratica sportiva.

«La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».

Recita così il nuovo comma. Una frase che in una manciata di parole racchiude un’ondata di speranza e ottimismo per il futuro. È stato finalmente riconosciuto che fare sport fa bene. Fa bene al nostro corpo ma anche alla nostra mente. Lo sport ci rende e mantiene sani, sotto ogni punto di vista.

Lo sport è di tutti e per tutti

È impensabile che cambi tutto dall’oggi al domani, ma questo primo passo ci fa ben sperare. Ci fa sperare che nelle scuole verrà introdotto un programma strutturato di educazione fisica che non si riduca a un paio d’ore risicate settimanali di attività “sportiva ricreativa”.

L’impegno deve essere condiviso da parte di tutti gli attori e le funzioni coinvolte. Perché se la Costituzione riconosce il valore della pratica sportiva non lo configura ancora come un diritto garantito a tutti. Questo sarà probabilmente il prossimo step da raggiungere.

L’intenzione è di rendere lo sport fruibile da parte di tutti. Deve essere uno strumento da utilizzare per costruirsi difese immunitarie sociali per vivere nella comunità. Questo dovrebbe garantire di conseguenza anche un miglioramento della qualità di vita delle persone.

Lo sport in tutte le sue forme

Di fatto viene riconosciuto il valore dello sport in tutte le sue forme, riconoscendo la sua influenza a livello:

  • educativo, relazionato allo sviluppo e alla formazione della persona;
  • sociale, come fattore e/o strumento di aggregazione e inclusione per persone di ogni condizione, estrazione e nazionalità (torna il concetto di inclusività che avevo affrontato negli articoli sul fenomeno delle running crew);
  • salutare, da intendere soprattutto nell’accezione di benessere psico-fisico della persona.

La cultura del movimento

Ancor prima di iniziare sarà indispensabile diffondere e promuovere il concetto di una cultura del movimento. A partire dall’impegno quotidiano nel muoversi di più: camminando, usando la bicicletta, facendo le scale al posto di prendere l’ascensore. Bisogna innescare la miccia che provochi la scintilla.

Dopodiché bisogna riuscire con tutti i mezzi a disposizione a sradicare la tristemente diffusa credenza che dedicare tempo allo sport sia qualcosa di marginale, di minor importanza rispetto ad altre attività ritenute più nobili o di maggior utilità. Il senso di colpa non dovrà più essere associato all’attività sportiva. È giusto che fare sport sia una nostra priorità, non c’è niente di sbagliato. Basta doversi giustificare, nascondere ed essere etichettati come gli egoisti che si preoccupano semplicemente di voler ottenere il fisico perfetto.

Fare sport significa prendersi cura di sé stessi, al pari di eseguire controlli annuali come forma di prevenzione, mangiare sano e dormire bene.

Se un primo traguardo è stato tagliato si è già di fronte alla prossima linea di partenza. Ci sarà da lavorare sodo affinché queste parole prendano vita realizzando qualcosa di concreto e non restino invece sepolte tra le pagine della Costituzione.

PUBBLICATO IL:

Altri articoli come questo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.