I cerotti nasali non aumentano magicamente le prestazioni o il VO2max, ma migliorando il flusso d’aria possono ridurre la percezione della fatica e, soprattutto, servono per la qualità del sonno e del recupero.
- Il trend: Sono tornati di moda tra atleti d’élite e amatori, ma non sono una novità.
- Come funzionano: È pura meccanica. Una “molla” adesiva allarga le narici, riducendo la resistenza al passaggio dell’aria fino al 30%.
- La scienza (La brutta notizia): Non aumentano il VO2max né la capacità polmonare totale. Se cerchi il “turbo” per la gara, non è questo.
- La scienza (La bella notizia): Riducono la percezione dello sforzo (RPE) e facilitano la respirazione nasale, che è più efficiente.
- Il vero game changer: Usarli di notte. Migliorano il sonno, riducono il russamento e favoriscono un recupero migliore. Lì sì che fanno la differenza.
Li usano i calciatori e i maratoneti. Ma quel cerotto sul naso serve davvero a qualcosa?
Accendi la TV per guardare una partita di calcio o scorri il feed di Instagram dopo una maratona importante, e li vedrai: quei piccoli cerotti adesivi piazzati sul ponte del naso di atleti che valgono milioni.
Sembrava una moda anni ’90 e invece sono tornati prepotentemente. La promessa implicita è seducente: “Attacca questo e respirerai come un cavallo da corsa”. E chi corre sa che l’aria è il carburante più prezioso.
Ma è vero? O è solo l’ennesimo effetto placebo che ci fa spendere soldi in farmacia? Abbiamo deciso di fare i “MythBusters” della corsa e analizzare cosa succede davvero quando ti appiccichi quella striscia sul naso.
Come funzionano: la meccanica semplice dietro l’adesivo
Nessuna magia, nessuna chimica. Il principio è stupidamente semplice: meccanica pura.
I cerotti nasali sono dotati di due barrette flessibili (tipo “molle”) inglobate nell’adesivo. Quando li applichi piegandoli sopra il naso, queste barrette cercano di raddrizzarsi, tornando alla loro forma originale. Facendolo, tirano delicatamente verso l’esterno le pareti delle narici, allargando la valvola nasale (la parte più stretta del naso).
Il risultato? Il passaggio si allarga. La resistenza al flusso d’aria diminuisce. Immagina di passare da bere con una cannuccia da cocktail a bere con una cannuccia da bibita fast food. L’aria entra con meno turbolenza e meno sforzo.
Cosa dice la scienza: migliorano la performance? (Spoiler: no)
Qui è dove il marketing si scontra con la fisiologia. Se respiri più aria, corri più forte, giusto?
Sbagliato.
La scienza dello sport ha studiato i cerotti nasali per decenni. Il verdetto è abbastanza unanime:
- Non aumentano il VO2max: La quantità massima di ossigeno che il tuo corpo può usare non dipende da quanto sono larghe le tue narici, ma dalla capacità del cuore di pompare sangue e dei muscoli di estrarre ossigeno. Il cerotto non cambia il motore.
- Non migliorano i tempi in gara: In uno sforzo massimale, la maggior parte dell’aria entra dalla bocca (che è un “tubo” enorme rispetto al naso). Allargare il naso è ininfluente quando stai boccheggiando a 180 battiti.
Tuttavia…
C’è un “ma” importante. Gli studi mostrano che i cerotti riducono la percezione della fatica. Respirare meglio dal naso sembra più facile. E se il cervello percepisce meno fatica respiratoria, ti permette di spingere con più comfort mentale. Non è un vantaggio fisiologico diretto, ma psicologico. E nella corsa, la testa conta.
Il vero beneficio dei cerotti nasali: il sonno e il recupero
Se per fare il record sui 10k sono (praticamente) inutili, c’è un momento in cui i cerotti nasali sono dei veri salvavita: la notte.
Il recupero è l’allenamento più importante, e il sonno ne è la base. Molti di noi, senza saperlo, respirano male di notte: setto nasale leggermente deviato, congestione da allergia, o semplice anatomia. Risultato? Respiriamo con la bocca aperta, russiamo, o abbiamo micro-risvegli che rovinano la qualità del sonno profondo.
Mettiti un cerotto prima di dormire e la musica cambia.
- Respirazione nasale forzata: Il cerotto facilita l’ingresso dell’aria dal naso, incoraggiandoti a tenere la bocca chiusa.
- Sonno più profondo: Respirare dal naso attiva il sistema nervoso parasimpatico (quello del relax), migliorando la qualità del riposo.
- Meno russamento: Se il naso è libero, l’aria non deve “forzare” il passaggio creando vibrazioni. Il tuo partner ringrazierà.
Un atleta che dorme meglio è un atleta che recupera prima e si infortuna meno. Ecco il vero vantaggio competitivo.
Verdetto: comprali se russi o hai il naso chiuso, non se cerchi il personal best
Vale la pena spendere quei 10 euro?
- SÌ, SE: Hai il setto deviato, soffri di allergie stagionali, russi o ti svegli con la bocca secca. Usali di notte o durante le corse lente (dove la respirazione nasale è la chiave). Ti cambieranno la vita.
- NO, SE: Pensi che ti faranno togliere 5 minuti al tuo tempo in maratona solo indossandoli.
I cerotti nasali non sono un turbo, sono un’ottimizzazione del comfort. E a volte, correre (o dormire) più comodi è tutto ciò che serve per farlo meglio.



Ciao, io li utilizzo per la fatidica Z2. Senza, un po’ per mia conformazione del setto, se respiro col naso un po’ più intensamente, tende a chiudersi. Utilizzandoli riesco a fare anche un’ora in z2 con la stessa performance di quando non li uso e respiro anche con la bocca. Come vantaggio, quindi, mi portano, i benefici della respirazine unicamente nasale, di cui avete già parlato in un altro articolo, ovviamente solo a bassi regimi. Grazie