Fit-tainment: perché il fitness è diventato uno show (parte seconda)

Quando l’allenamento diventa show, è sempre un bene?


  • Il fit-tainment ha molti benefici ma anche rischi legati a infortuni, pressione sociale e impatto ambientale.

  • Serve maggiore consapevolezza: preparazione fisica, inclusività, e sostenibilità devono guidare la partecipazione.

  • Il fitness deve restare accessibile, non esclusivo né estetizzante: contano il benessere e la gioia del movimento


 

Se nella prima parte abbiamo visto il lato luminoso del fenomeno, ora è il momento di chiedersi se questi eventi abbiano solo lati positivi. Perché se è vero che il “fit-tainment” sta portando milioni di persone a muoversi, è altrettanto vero che questa ondata pop del fitness non è immune da criticità. E non parliamo solo di crampi.

La spettacolarizzazione del movimento ha i suoi effetti collaterali. E per vivere il fitness in modo sano e sostenibile, è importante conoscerli.

Sudare sì, ma con giudizio

Partiamo da un fatto semplice: molte persone arrivano agli eventi carichi di entusiasmo ma poco preparati fisicamente. È importante ricordare che, sebbene la componente ludica e divertente sia preponderante, si tratta pur sempre di eventi in cui si svolgono attività fisiche. Per le quali è opportuno essere preparati, se non altro per non andare verso un infortunio con il sorriso e tutta l’incoscienza di questo mondo.

Strappi, infiammazioni, overtraining, ma anche emergenze più serie. Succede raramente, ma succede, specie in eventi che, per il numero di partecipanti, giocano una partita molto rischiosa con la statistica. Sottostimare questi eventi, pensando che in fondo siano un gioco o uno spettacolo divertente può insomma anche essere rischioso. Non succede niente, ma se succede, ecco.

La soluzione non è demonizzare, ma prendersi sul serio. Fare un check-up, ascoltare i segnali, riposare quando serve. E ricordare che partecipare non significa per forza dare il massimo ma piuttosto vuol dire divertirsi e stare in compagnia. Facendo nel frattempo del movimento.

L’ambiente non è una palestra

Poi c’è il tema ambientale, spesso ignorato quando ci si lascia travolgere dall’euforia collettiva. Gli eventi su larga scala generano un impatto notevole: trasporti, rifiuti, consumo energetico. Uno studio ha stimato che fino al 98% delle emissioni di CO2 legate a questi eventi derivano proprio dagli spostamenti.

Certo, ci sono buone pratiche: eliminazione della plastica monouso, aree di riciclo, incentivi per il carpooling. Ma non sempre bastano. L’industria deve fare di più. E anche noi, come partecipanti, possiamo iniziare a farci domande: serve davvero quell’ennesimo kit omaggio? Possiamo scegliere eventi più locali? Possiamo dare una mano, anziché solo viverli da consumatori?

Il fatto è che si tratta di eventi molto costosi dal punto di vista organizzativo, e quindi il peso degli sponsor non è trascurabile, anzi: è vitale.

Non a caso sono strutturati come festival, con relativi costi necessari all’affitto di location come parchi, grandi padiglioni fieristici allestiti, produzioni sceniche immersive, aree relax, punti ristoro (spesso con focus su cibo sano o locale), mercatini e intrattenimento collaterale (musica live, DJ set, arte) che contribuiscono a creare un’atmosfera da vero e proprio festival.

La presenza di brand e sponsor comporta anche quella del marketing esperienziale, cioè le modalità con cui i brand creano connessioni emotive con i consumatori attraverso esperienze coinvolgenti e interattive.

Parliamo insomma di manifestazioni pensate per stabilire prima una connessione e poi un relazione con le persone. Spesso riuscendoci.

Fitness per tutti… o per chi se lo può permettere?

C’è poi anche la questione economica. Partecipare a questi eventi non è gratuito: ci sono i biglietti d’ingresso, i costi per il viaggio, gli abbonamenti a programmi esclusivi, il merchandising. Il loro costo può insomma dividere quelli che possono e quelli che non possono permetterseli. Ed è un peccato, dato che il fitness, nato per essere accessibile e democratico, rischia di diventare un privilegio per pochi, o quantomeno potrebbe diventare selettivo nell’accesso.

E non parliamo solo di soldi. Parliamo anche di rappresentazione. Spesso le immagini promozionali mostrano comprensibilmente corpi perfetti, giovani, pieni di energia. E se non ti ci riconosci? Se hai un corpo diverso, una disabilità, un’età fuori target? Ti senti escluso, e magari rinunci.

Social, ma con attenzione

E visto che siamo partiti proprio dalla componente sociale/social, finiamo con quella. Se da un lato questi eventi sono perfetti per creare contenuti motivanti, dall’altro possono generare pressione, insicurezza e confronto tossico. Il messaggio “allenati per stare bene” a volte si trasforma in “allenati per apparire bene” o peggio, “Se non ti alleni non vali”.

E tra “fitspiration” e filtri, si perde di vista la sostanza e si rischia di seguire influencer più attenti all’engagement che alla competenza, e di confondere il benessere con l’estetica. Due cose, giova ripeterlo, molto diverse.

Quindi?

Non si tratta di scegliere tra bianco e nero. Il fit-tainment, come già detto, ha tantissimi lati positivi: introduce molte persone che mai avrebbero pensato di muoversi alla vita attiva, propone modelli positivi, è divertente e trascinante. Ma come ogni cosa potente, va gestito con consapevolezza.

Se però hai deciso di parteciparvi, ecco qualche consiglio:

  • Preparati. Anche per eventi “divertenti”, il tuo corpo merita rispetto, e deve essere pronto ad affrontare gli sforzi. Non chiedergli più di quello che è in grado di darti.
  • Informati. Cerca eventi realmente inclusivi, sostenibili e trasparenti.
  • Non sentirti fuori luogo. Il fitness è per chiunque voglia muoversi, non per chi rispetta una certa estetica.
  • Condividi se ti fa bene, non per dimostrare qualcosa. Ti diverti anche se non fai le foto, anche se non mostri a tutto il mondo che stai partecipando a questo o quell’evento. Anzi: se lasci in tasca (o in borsa) il cellulare ti godi molto di più il momento.

Il movimento resta la cosa più bella

Alla fine, ciò che conta è che il fitness ti faccia stare bene. Che sia una corsa in solitaria, una sessione di yoga con cuffie luminose o una sfida con amici in un circuito Hyrox, quello che conta è che lo fai per te.

E allora sì, partecipa. Prova. Ballaci e corrici sopra. Perché se c’è una cosa che il fitness-spettacolo ci ha insegnato, è che allenarsi può essere anche gioia.

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