Correre ti mantiene giovane dentro, ma il freddo e il vento ti invecchiano fuori: ecco come salvare la tua faccia.
- Correre è l’elisir di lunga vita, ma gli agenti atmosferici e la gravità possono causare la cosiddetta “Runner’s Face” se non ti proteggi.
- Il sudore non pulisce la pelle, anzi: è acqua e sale che disidrata e irrita, specialmente quando si asciuga addosso col freddo.
- In inverno la protezione solare (SPF) è obbligatoria quanto le scarpe: i raggi UV colpiscono anche attraverso le nuvole e la nebbia.
- La routine pre-corsa richiede una crema barriera ricca che protegga dal vento e dal gelo, non una semplice lozione idratante.
- Mai strofinare il viso sudato con la manica della giacca tecnica: è come passare della carta vetrata sulle guance.
- La detersione post-corsa deve essere immediata e delicata per rimuovere smog e sale prima di applicare i sieri restitutivi.
Lo noti solo quando ti guardi allo specchio nell’ascensore, appena rientrato da un lungo domenicale.
Ti senti un eroe, le gambe hanno girato che è una meraviglia, il cuore è quello di un ventenne. Poi alzi lo sguardo e vedi riflesso qualcuno che sembra aver appena invecchiato di 20 anni.
Hai la faccia rossa, segnata, la pelle che tira come se fosse di due taglie più piccola.
Diciamocelo chiaramente: corriamo per restare giovani, per ingannare l’anagrafe e perché ci piace quella sensazione di onnipotenza che ci regala la strada. Ma se il “motore” ringiovanisce, la “carrozzeria” – specialmente quella esposta come il viso – subisce un attacco continuo. In inverno, la combinazione di freddo, vento e inquinamento non fa sconti.
Ecco perché parlare di skincare non è una questione di vanità. È manutenzione. Esattamente come ingrassi la catena della bici o controlli l’usura delle suole.
Corri per restare giovane ma la tua pelle è d’accordo?
Esiste una leggenda metropolitana che circola tra i non addetti ai lavori: la “Runner’s Face”. Secondo questa teoria, l’impatto ripetuto col suolo e la gravità farebbero “cadere” la faccia, accelerando l’invecchiamento. È vero? Solo in parte. La gravità fa il suo lavoro su tutti, runner e sedentari.
Il vero problema è un altro. È l’esposizione.
Quando corri, sei un bersaglio mobile per i radicali liberi. In inverno, l’aria fredda causa vasocostrizione (cioè i vasi sanguigni si restringono per trattenere calore), riducendo l’apporto di nutrienti alla pelle. Poi rientri al caldo, i vasi si dilatano di colpo (vasodilatazione), e diventi rosso come un semaforo. Questo “ginnastica” vascolare, alla lunga, può portare alla couperose e a una pelle perennemente infiammata.
Se a questo aggiungi lo smog che si “incolla” al viso grazie all’umidità e ai raggi UV (sì, ci sono anche a dicembre), capisci che non basta lavarsi la faccia con l’acqua fredda per risolvere la situazione.
Freddo, vento e sudore: i nemici della pelle del runner
Spesso pensiamo che il sudore sia un potente detergente naturale. “Ho sudato, ho buttato fuori le tossine”. Nì.
Il sudore è composto principalmente da acqua e sali minerali. Quando l’acqua evapora – e col vento invernale evapora in fretta – sulla pelle restano i cristalli di sale.
Immagina di avere dei microscopici frammenti di vetro sulla faccia. Ora immagina di sfregarli. Il sale disidrata e irrita. Se ci aggiungi il vento che asciuga la barriera lipidica naturale (il grasso “buono” che protegge la pelle), ottieni la ricetta perfetta per rughe precoci e irritazioni.
La routine skincare pre e post corsa
Non serve un master in chimica e nemmeno passare tre ore in bagno prima di uscire (il tempo serve per correre, non per spalmarsi creme). Servono tre gesti mirati.
Prima di uscire: crea una barriera
In estate cerchi texture leggere. In inverno devi cambiare strategia. Prima di uscire, la tua pelle ha bisogno di un “cappotto”.
Devi applicare una crema più ricca, nutriente, che crei un film protettivo tra te e l’aria gelida. Cerca prodotti che contengano ceramidi o burro di karité.
E poi, il punto dolente: l’SPF, cioè il fattore di protezione dai raggi UVB.
Metti sempre creme che ti proteggano anche dai raggi solari. Sempre. Anche se è nuvoloso, anche se piove, anche se sembra che il sole sia andato in vacanza. I raggi UVA (quelli che invecchiano la pelle) passano attraverso le nuvole e i finestrini. Una crema solare a protezione alta (30 o 50) è il miglior anti-rughe che potrai mai comprare.
Appena rientrati: via il sudore
Sei rientrato. Sei stanco. Vorresti solo buttarti sul divano o mangiare tutto quello che trovi in frigo.
Aspetta.
Hai una finestra temporale brevissima prima che il sudore e lo smog si “depositino” sulla pelle, ostruendo i pori.
Lava il viso subito. Non usare il bagnoschiuma che usi per il corpo (troppo aggressivo), usa un detergente oleoso o lattiginoso delicato. Devi togliere lo sporco senza sgrassare eccessivamente una pelle che è già stata aggredita dal freddo.
Nota a margine: durante la corsa, evita di toccarti la faccia. Hai toccato i pulsanti del semaforo, ti sei allacciato le scarpe, magari hai soffiato il naso. Le tue mani sono un veicolo di batteri. E per carità, non asciugarti il sudore con la manica ruvida della giacca antivento: è carta vetrata. Usa una fascia o tampona delicatamente.
La sera: nutrire e riparare
Mentre dormi, il tuo corpo ripara i muscoli delle gambe. Fa lo stesso con la pelle.
La sera è il momento di restituire idratazione. Se la mattina serve protezione (scudo), alla sera serve riparazione (mattoni).
Prodotti con acido ialuronico (per l’idratazione profonda) o ingredienti lenitivi come la niacinamide sono ottimi per calmare i rossori post-allenamento.
I prodotti must-have per l’inverno
Non serve svaligiare la profumeria, ma nel beauty case del runner invernale non dovrebbero mancare:
- Crema barriera: densa, protettiva, untuosa il giusto per le uscite sotto zero.
- Stick labbra con SPF: perché le labbra screpolate che sanguinano mentre corri sono una tortura medievale evitabile.
- Detergente delicato: che pulisce per affinità e non per abrasione.
Prendersi cura della pelle non significa essere superficiali. Significa rispettare il proprio corpo nella sua interezza. Perché va bene avere i quadricipiti d’acciaio, ma è bello anche avere una faccia che sorride allo specchio, invece di chiedere pietà.


