Una volta i veri amanti degli LP se li facevano arrivare dall’estero. Magari anche oggi, non so. C’erano delle particolari edizioni che venivano distribuite solo in Giappone. Questo per dire cosa? Anni fa provammo due scarpe molto interessanti e promettenti: erano fatte da una giovanissima azienda americana chiamata Altra Running. Riuscimmo ad averle importandole, passando per la dogana, insomma, non fu facilissimo.
La notizia è che da oggi le Altra sono finalmente distribuite anche in Italia. Fine? No: le Altra si sono molto evolute da (soli) due anni fa e ora sono mutate in qualcosa di, se possibile, ancora più interessante.
Come nasce Altra
Jeremy Howlett e Brian Beckstead gestiscono un negozio per runners nelle Rocky Mountains. La sanno lunga: consigliano i loro clienti e gli trovano la scarpa perfetta. Però notano che molti continuano ad infortunarsi. Come è possibile visto che quelle scarpe dovrebbero invece aiutare a correre correttamente?
Jeremy inizia a modificare le scarpe: toglie, taglia, ne modifica la geometria. Toglie il drop (la differenza tra tacco e punta) in modo che l’appoggio sia più naturale, come se il piede appoggiasse appunto solo sulla sua pianta. Poi allarga la punta per fare spazio alle dita.
Le provano, le fanno provare e succede l’impensabile: chi le usa corre meglio, non ha più difetti di impostazione di corsa e soprattutto si fa meno male.
Nasce Altra. Zero Drop
“Altra” in cosa? Nell’impostazione che le rende diverse da tutte le altre: Zero Drop, una definizione che diventa parte integrante del nome. E un caposaldo della filosofia Altra che poggia su 3 punti: 1) punta larga (spazio alle dita), 2) Zero Drop e 3) Ammortizzazione uniforme A-Bound.
1. Punta larga: Le dita si aprono e contribuiscono alla stabilizzazione dell’appoggio
2. Zero Drop: il piede appoggia “naturalmente”. Ed è portato a correre di conseguenza
3. Ammortizzazione A-Bound: un cuscino elastico, reattivo e uniforme che protegge il piede e le sue preziose articolazioni
Un’altra storia
Ora potrei parlarti dei numerosi brevetti che ogni modello Altra ha, e sono molti. Potrei dirti anche quanti modelli fa, e sono molti. Invece ti dico solo un paio di cose.
Ho provato le Altra Adam anni fa e ho pensato che erano una grandiosa idea ma che erano anche poco accessibili: il piede assumeva una postura naturale, certo, ma appoggiava su pochi millimetri di gomma. Se mi avessi chiesto un consiglio te le avrei suggerite come scarpe natural (o minimal, o come vuoi) ma ti avrei anche chiesto se avevi il piede sufficientemente allenato per sopportarle. Perché se non hai niente sotto, l’assorbimento dell’impatto al suolo è tutto affidato al tuo piede. Sei allenato? Ce la puoi fare? Ok, vai.
Ora il minimal è un modo di correre: c’è chi lo pratica, c’è chi lo prova. Io l’ho provato ma devo anche ammettere che un po’ di ammortizzazione non mi dispiace affatto. L’industria ha ascoltato e ormai si parla di “Maximal”: scarpe natural molto ammortizzate. Ci sono ultrarunner che le usano e gli ultrarunner sono i monaci del running, quindi ti puoi fidare.
Altra ha risposto con scarpe zero drop ammortizzate: più o meno, ma comunque “più accessibili”. E io dico: benvenute.
L’idea di base di Altra resta inalterata: correre natural e lasciare il piede libero di lavorare dentro la scarpa. Ma è più accessibile anche per chi vuole provare la corsa natural ma teme di non avere il piede abbastanza allenato e resistente. Ora può, finalmente anche in Italia.
Dove?
Trovi l’elenco (in continuo aggiornamento) dei rivenditori Altra Zero Drop qui.