Forse è il caso di ammettere che la vecchiaia non ci fa paura in quanto tale: per molti versi siamo consapevoli da sempre di essere destinati a invecchiare. C’è chi lo accetta, c’è chi vi si oppone. Quello che però ci preoccupa davvero è diventare vecchi avendo un corpo che progressivamente inizia a funzionare sempre meno bene.
La storia dell’americano Bryan Johnson, in questo senso, comincia al contrario, e cioè dalla malattia e dal disagio esistenziale. Johnson ha una trentina d’anni e ha fondato un’azienda tech chiamata Braintree Payment Solutions. I binari del suo successo e del suo stato fisico e mentale però si allontanano sempre di più: più si afferma professionalmente, più perde il controllo della sua vita, arrivando alla depressione e a sfiorare il suicidio.
Venduta l’azienda a Ebay per 800 milioni, Johnson si trova a essere un trentenne milionario con una nuova missione: capire come migliorare la propria vita non solo fisica ma anche mentale. Il nuovo percorso che intraprende parte proprio dalla mente: fonda Kernel, un’azienda che produce un elmetto che permette di analizzare come la meditazione e gli allucinogeni influenzano la mente.
Contemporaneamente si appassiona anche a come si può cercare di conservare il più possibile il suo tempio, cioè il suo corpo. Lui, dice di se stesso, lo fa per l’umanità, la sua è una missione: esplorare i confini della scienza dell’anti-aging, cioè, in altre parole, capire come e con quali tecnologie o intelligenze si può arrivare addirittura a invertire il corso del tempo, quanto meno riguardo all’invecchiamento e al decadimento fisico.
Le basi
Per farlo inizia dall’alimentazione: abbandonate le abitudini malsane e l’alcol, abbraccia una dieta vegana e si somministra vitamine e integratori. Questi ultimi sono da molti considerati inutili ma lui è convinto della loro utilità e ne continua ad assumere generose porzioni, come vedremo fra poco.
Nel frattempo incontra sul suo cammino Oliver Zolman, un dottore inglese di 29 anni che, in seguito a un incidente sportivo alla schiena, è ridotto alla quasi infermità. Deciso a trovare la soluzione che altri dottori non riescono a individuare, si convince che stia nella dieta e nell’esercizio. Fonda 20one Consulting, un’azienda che fornisce trattamenti focalizzati sull’anti-invecchiamento che usano fino a 10 test per ogni singolo organo, risonanze magnetiche, integratori, regimi dietetici personalizzati, programmi di allenamento mirati al mantenimento del corpo in uno stato ottimale. Non sono servizi che tutti possono permettersi: un’ora può arrivare a costare fino a 1000 dollari ma Zolman li richiede solo se il trattamento funziona.
Di Johnson dice che è l’unico uomo al mondo che anagraficamente ha 45 anni ma i cui organi ne hanno almeno 10 di meno. Per riuscirci, conti alla mano, arriva a spendere due milioni di dollari. All’anno.
Una giornata tipo
Quanto costa in termini non solo economici ma soprattutto di impegno ringiovanire così tanto? Johnson si alza al mattino alle 5 e prende integratori e varie medicine per ridurre la probabilità di sviluppare polipi intestinali, per tenere pulite le arterie, per la pelle, per le funzioni cerebrali. Poi si allena per un’ora seguendo una routine di 25 esercizi. Dopo è il momento di uno smoothie vegano e dell’applicazione di olio di melaleuca e di un gel anti-ossidante.
Lo stato di salute dei suoi organi, come si diceva, è invidiabile. Il suo cuore è quello di un 37enne mentre la sua capacità polmonare è identica a quella di un 18enne. Durante la notte un dispositivo gli conta le erezioni notturne: anche quelle sono da diciottenne.
Infine si dedica al suo organo più grande: il derma, che cura annullando i danni provocati dal sole con il laser e con diverse creme, oltre a limitare da tempo l’esposizione alla sua luce per proteggersi meglio.
Come può arrivare a spendere così tanti soldi? In gran parte è per via dei numerosissimi test a cui si sottopone, oltre a interventi che lui non considera estetici ma che vi assomigliano molto: per esempio fa iniezioni di grasso al viso, a sua detta per ristabilire la percentuale che, sempre quel diciottenne di riferimento, ha. Non sono filler, dice Johnson, che non può nemmeno prelevarsi il grasso da se stesso non avendone, e perciò lo riceve da un donatore segreto.
È prevedibile che l’infinita batteria di test cui si sottopone sia una condizione transitoria: una volta individuato un protocollo antietà ideale li si potrà ridurre, eppure non si può non chiedersi quanta fatica e dedizione costi una vita del genere, al di là del costo monetario.
Non è un problema per lui che racconta la sua missione nel suo sito, allegando analisi e grafici a dimostrazione del suo stato di salute e alimentando direttamente o indirettamente il dibattito nella comunità scientifica su quanto sia probante il suo approccio e su quanto senso abbia.
Per molti è un passo quasi inevitabile della ricerca medica: visto che si può intraprendere questa strada e visto che non sembra basarsi su pratiche nocive, perché non provarci?
Lui si considera in missione e in un certo senso ha donato il suo corpo alla ricerca.
I risultati per ora sembrano dare ragione a lui e Zolman, ed è prevedibile che le scoperte che faranno siano destinate a essere più affrontabili ed economiche in futuro. Sia che non si voglia davvero invecchiare e anzi ringiovanire, sia che l’obiettivo sia un più ragionevole atterraggio soffice nella vecchiaia: arrivandoci cioè con il corpo nella migliore condizione, per affrontare un’età della vita che può avere moltissimi aspetti positivi.
(Via Bloomberg)