Che correre faccia bene e sia uno degli sport che maggiormente consentono di mantenere il fisico in forma e scongiurare gli effetti del passare del tempo è cosa nota, ma è altrettanto noto che correndo si vada incontro a possibili problematiche soprattutto a carico delle articolazioni e dei muscoli. Sono ben pochi i runner che – soprattutto agli inizi, quando ancora lo stato di forma e allenamento non è ottimale- non siano andati incontro a dolori ai muscoli o piccoli (a volte anche grandi) infortuni. Se per chi inizia è un aspetto che risulta quasi scontato da affrontare, per chi corre con costanza da un po’ il manifestarsi di dolori muscolari e l’insorgenza di infortuni sono maggiormente concentrati a seguito di allenamenti impegnativi o delle gare (i cosiddetti DOMS – Delayed Onset Muscle Soreness – dolori muscolari a insorgenza ritardata). Un recente studio condotto analizzando i report di migliaia di ricerche (ben 4.447), volte a investigare i potenziali danni derivati da allenamenti di corsa condotti a un livello di sforzo massimo o poco sotto al massimo delle possibilità, ha fornito interessanti spunti di riflessione sul come ci si debba comportare nei giorni e per gli allenamenti successivi a questo tipo di corse.
Molte esperienze, stessi risultati
Per condurre l’analisi, i ricercatori si sono basati su un metodo che si chiama PRISMA (Preferred Items for Systematic Reviews and Meta Analyses), che è – in parole molto semplici – un sistema di calcolo che consente di mettere in comparazione enormi moli di dati raccolti in ambiti differenti e che riguardano un argomento comune. Il modello statistico ha poi limitato l’estrapolazione dei risultati a quelle ricerche che contenessero i medesimi parametri e tra queste ha sfruttato 25 studi tra i migliaia presenti, quelli in cui i partecipanti erano sottoposti a prove sovrapponibili registrate in differenti sessioni di allenamento. I risultati hanno dimostrato che i dolori muscolari che gli atleti sentono dopo aver affrontato un allenamento ad alta intensità o una gara portano a una capacità di rigenerazione delle fibre muscolari ridotta nel breve termine, ma il processo di riparazione più lungo porta ad avere delle fibre più resistenti a future sollecitazioni. Insomma, i DOMS sono sicuramente fastidiosi e camminare come pinocchio non è piacevole, ma è un passaggio indispensabile per rinforzare i nostri muscoli.
Allora hanno scoperto l’acqua calda?
No, non hanno scoperto l’acqua calda, ovviamente. Un allenatore sa per esperienza che un determinato tipo di preparazione porta risultati anche in termini di capacità di recupero, ma non necessariamente conosce nel dettaglio – soprattutto fisiologico – i meccanismi che sono alla base di quello che accade nel corpo degli atleti che allena. È il motivo per cui, a seguito di un’attività di questo tipo, vengono normalmente inseriti nel calendario di allenamento degli esercizi pliometrici o di sviluppo del core, con corse limitate a intensità basse e di recupero, ed è una cosa che praticamente tutti gli allenatori fanno, qualsiasi sia il livello degli atleti a cui si rivolgono. La ricerca, tramite l’analisi a posteriori dei dati raccolti, ha quindi consentito di avere una sorta di apprendimento al contrario, in cui è stato possibile imparare prima la pratica e solo dopo la teoria. È – insomma – uno di quei casi in cui la consuetudine popolare trova riscontro scientifico.
Qualsiasi sia il tuo livello atletico quindi, che tu corra a livello amatoriale o molto avanzato, cerca di non forzare troppo nei giorni successivi a una corsa impegnativa. Il tuo corpo ti ringrazierà, vedrai.
Sono molto contento di ricevere questi articoli. Mi permettono di approfondire tutto quello che non conosco sulla corsa.
Volevo chiedere se si possono spiegare le tipologie della corsa perché sono un runner amatoriale cioè non so tanto… Come eseguirle per una 21k e per una 42k.
Grazie tanto in anticipo…
Ciao!
Grazie mille a te, ci hai dato un ottimo suggerimento, proveremo a scrivere qualcosa diversificando per distanza!