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I cibi ultraprocessati sono economici, gustosi, ma spesso anche dannosi.
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I cibi ultraprocessati sono economici perché contengono ingredienti di bassa qualità.
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Il loro gusto è accattivante grazie agli zuccheri, ai grassi e ai conservanti.
Abbiamo visto cosa intendiamo per cibo processato e come è fatto. Al di là della sua composizione dal punto di vista nutrizionale, un dettaglio potrebbe averti colpito: il suo costo è molto contenuto. Potrebbe essere una sua caratteristica auspicabile: in fondo nutrire a costi bassi milioni di persone sembra la versione moderna della moltiplicazione dei pani e dei pesci di Gesù. Purtroppo le cose non sono così semplici. O meglio: è vero, il suo costo è spesso molto contenuto ma le conseguenze che provoca non sono trascurabili. Come stupirsene? I cibi ultraprocessati contengono in quantità zuccheri di bassa qualità, coloranti e conservanti, cioè sostanze processate e non importanti dal punto di vista nutrizionale, e anzi spesso dannose. Perché vengono usate? Per due motivi principali:
- Per renderli molto saporiti
- Per creare dipendenza.
A un costo, però.
Come si nutrono gli animali
L’obesità è un fenomeno sconosciuto nel mondo animale. Gli animali sono infatti in grado di bilanciare le loro esigenze nutrizionali consumando una varietà di piante, selezionando istintivamente gli alimenti che le soddisfano. Noi umani abbiamo la stessa capacità, a patto di vivere in un ambiente alimentare vario e sano. Quando siamo messi di fronte alla scelta fra “più sano” e “più gustoso”, molto difficilmente rinunciamo alla seconda. Il che non significa che il cibo sano non sia gustoso, ma solo che quello ultraprocessato è più gustoso, al punto tale da farcelo preferire.
Cosa provocano al corpo umano
Dal 1975 in poi, specialmente negli USA, si è registrato un anomale e inedito aumento della percentuale di individui obesi. La causa principale è stata individuata nei cambiamenti nell’ambiente alimentare, dovuto all’industrializzazione del settore alimentare. La pandemia di obesità non è stata il risultato di una responsabilità morale individuale, ma piuttosto della disponibilità di alimenti ultraprocessati. Questi alimenti infatti causano aumento di peso, dipendenza e un aumento delle malattie legate alla dieta. Il sistema alimentare alla base di questi prodotti è anche responsabile della perdita di biodiversità, delle emissioni di carbonio e ha contribuito all’inquinamento da plastica.
I paesi e gli individui a basso reddito ne sono particolarmente colpiti.
I cibi sani, che non sono sani
Avrai presente i cibi senza grassi e senza zuccheri. Generalmente nascono come risposta a una richiesta del mercato, che è composto da persone, che sulla spinta dei media e dell’informazione a un certo punto sono impensierite da certi nutrienti, come i grassi e gli zuccheri. L’industria alimentare risponde, proponendo cibi che non ne contengono. Sembrerebbe una scelta finalmente saggia ma spesso non è esattamente così, perché se togli lo zucchero da – per dire – i biscotti, devi sostituirlo con qualcosa che li renda altrettanto dolci. Come le sostanze dolcificanti.
Con questo non si vuole dire che esse siano di per sé nocive (recentemente si era diffusa la notizia che lo fosse l’aspartame – uno dei dolcificanti più diffusi – salvo poi capire che lo era in quantità che mai un essere umano potrebbe assumere) quanto piuttosto che generino meccanismi metabolici non propriamente virtuosi.
I dolcificanti artificiali sono infatti assunti dal corpo come fossero normali zuccheri, ma non sono assimilabili come tali, quindi il corpo reagisce producendo insulina per metabolizzarli. Tuttavia, poiché il corpo non riesce realmente a metabolizzarli, l’insulina viene emessa senza motivo e può causare un aumento dell’appetito e della produzione di grasso, invece che di bruciare i grassi. Insomma: per mangiare meno zuccheri, si finisce ad avere ancora più fame e ad accumulare più grasso.
E non solo
L’aumento di peso non è l’unico effetto collaterale del consumo di molti cibi ultraprocessati. È la quantità di questi cibi la vera responsabile dei problemi che generano. Una modesta quantità (tipo togliersi qualche voglia ogni tanto) ha un’incidenza molto relativa sul metabolismo.
In altre parole, se il 90% di ciò che mangi è sano e proviene da materia prime poco lavorate e cucinate in casa e il 10% è ultraprocessato, i danni sono relativamente modesti. Quando però queste percentuali cambiano sino a invertirsi la situazione diventa critica, fino ad arrivare a casi ancora più complicati del semplice aumento di peso, come se già quello non fosse grave.
Studi epidemiologici hanno per esempio dimostrato che il cibo ultraprocessato non è solo associato a problemi di salute fisica, ma anche ad ansia, depressione e demenza. In questo senso, alcuni studi hanno avuto come oggetto fratelli o sorelle gemelle, giungendo alla conclusione che alimentazioni diverse hanno effetti diversi sullo sviluppo fisico e mentale di individui in origine geneticamente identici. Nella prossima puntata parleremo di come riconoscere i cibi sani che tanto sani non sono e con quali alternative possiamo sostituirli.
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