Come mangiare meglio

Ora che sai tutto sul cibo che è meglio non mangiare, qualche consiglio finale. Perché mangiare bene è una gioia e non deve essere un problema


  • Conoscere ciò che mangi può migliorare il tuo rapporto con il cibo.
  • L’industrializzazione del cibo, specialmente l’ultraprocessato, è associata a problemi di salute.
  • La cucina casalinga, acquisti locali, moderazione e consapevolezza nell’approccio alimentare quotidiano sono la chiave per avere un rapporto più sano con il cibo

 

Alla fine di questo lungo viaggio nel cibo ultraprocessato è giunto il momento di capire che direzione prendere, e soprattutto se vogliamo e se vuoi cambiarla. Può darsi che tu mangi benissimo e sanissimo da anni: in questo caso, complimenti! Può anche darsi che il lavoro, il poco tempo a disposizione o la poca passione per la cucina ti abbiano portato a concepire un rapporto con cibo puramente funzionale: mangi perché hai bisogno di energie e non per il piacere che il buon cibo può darti. Ti nutri, insomma. Oppure mangi (anche) per altri motivi: per placare il nervoso, per colmare un senso di vuoto.

Quello che tutti questi atteggiamenti descrivono è un rapporto: quello che tutti noi abbiamo con ciò che mangiamo.

Questo rapporto si è interrotto o è disturbato da tempo: da quando non abbiamo più bisogno di coltivare le nostre verdure o di cacciare o allevare gli animali che mangiamo. E per fortuna, c’è da dire, perché ciò significa che la produzione di cibo si è industrializzata e ha permesso di sfamare molte più persone: milioni, oramai miliardi.

Questo per dire che è stato inevitabile che la produzione di cibo diventasse un’industria, altrimenti non ci sarebbero stati altri modi per alimentare così tante persone (e ancora oggi tantissime non riescono ad avere un’alimentazione sufficiente).
Non c’è insomma niente di male nell’industria del cibo se serve ad accelerare processi e a nutrire più persone. Quando però diventa così sofisticata e alterante come nel caso dei cibi ultraprocessati di cui abbiamo parlato, allora si trasforma in un problema. Quel tipo di industria non dà da mangiare ma crea consumatori dipendenti e soprattutto male nutriti, cioè che mangiano cose non salutari che finiscono per farli ammalare.

Un problema di comunicazione

Il rapporto con il cibo è il più duraturo che abbiamo: dura, appunto, tutta la vita, dal grembo materno fino alla fine. Mangiamo ogni giorno, più volte al giorno. Ci appassioniamo a dei cibi e per settimane o mesi li ricerchiamo. Poi ce ne stufiamo e ne scopriamo altri. Cambiamo gusti con l’età e con le stagioni. Sembra il racconto di una relazione, non trovi? Come tutte le relazioni, dovrebbe basarsi su un dialogo. Non ti vogliamo dire che dovresti parlare con un radicchio (per quanto a volte possa essere molto più interessante di certi esseri umani) ma di certo è importante ritrovare il filo che ci lega al cibo fresco e stagionale e che lega questo alla terra che l’ha originato. Conoscere le verdure di stagione, conoscere la provenienza dei frutti, sapere come vengono allevati gli animali che mangi, se sei carnivoro.

Il cibo ultraprocessato ha peggiorato una tendenza che buona parte dei cibi processati avevano iniziato decenni fa. Abbiamo già visto che non tutti questi ultimi sono poco sani, anzi: ci sono cibi che hanno subito processi industriali che sono salutari. Si è però interrotto quel rapporto di cui parlavamo. Dovremmo cercare di ricostruirlo, e per questo vogliamo concludere questo ciclo di articoli con una lista della spesa un po’ particolare: non ci sono scritte cose da comprare ma consigli. Eccola:

  1. Cucina ciò che mangi. È il modo più semplice per riconnetterti alle materie prime: imparerai a conoscerle e rispettarle. Il tempo trascorso in cucina a fare un lavoro manuale è benefico anche per la mente, che si rilassa e spazia, creando idee. O anche solo ascoltando musica o podcast. Infine: se cucini per altri non li stai solo sfamando: stai compiendo un gesto d’amore. Con il cibo comunichi loro che ci tieni: hai impegnato il tuo tempo e la tua passione per preparare qualcosa che gli piace e il loro sorriso e apprezzamento ti ripagheranno di riflesso. Garantito.
  2. Compra local. Così facendo sostieni i commercianti locali e mangi cose fresche che hanno fatto poca strada (quella necessaria e non di più!) per arrivare sulla tua tavola.
  3. Alzati da tavola con lo stomaco non completamente pieno.
  4. Ricorda di assumere la materia prima per eccellenza: l’acqua. E ricorda anche che molto spesso (quasi sempre) ti basta quella per reintegrare i sali e i liquidi persi durante l’esercizio fisico.
  5. Concediti qualche piacere proibito: se non mangi funghi velenosi nessun cibo in modeste quantità ti fa male. Come sempre, il problema è l’eccesso e mai la moderazione. Ti piacciono i dolcetti gommosi? Mangiali! Basta non mangiarne 50 alla volta :)
  6. Se non riesci a capire quali sono gli ingredienti di un cibo, non mangiarlo.
  7. Lo zucchero non fa male: lo zucchero ovunque, in dosi massicce e dove non dovrebbe esserci fa male.
  8. Diffida del cibo che costa troppo poco: probabilmente è di scarsa qualità.
  9. Impara quanto costa un litro di latte: ti permetterà di mantenere un solido contatto con la realtà.
  10. Goditi il cibo, non mangiarlo e basta. E possibilmente mangialo in silenzio assaporando ogni boccone, se lo merita.

Buon appetito.


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