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La serenità e l’equilibrio mentale possono derivare anche da comportamenti e abitudini apparentemente secondarie.
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Questi consigli, elencati da Psychology Today, possono adattarsi alla vita in genere e non solo alla corsa.
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Sono semplici, pratici e molto utili!
Un interessante articolo su Psychology Today descrive alcuni modi per trovare la serenità, agendo su leve semplici. Esistono infatti cose a cui dobbiamo prestare attenzione e che è meglio evitare per stare meglio mentalmente. I casi descritti sono generici ma abbiamo pensato che si possano anche adattare benissimo alla vita sportiva e alla corsa.
Eccoli qui.
1. Non avere l’ossessione del cellulare
Ormai non riusciamo più a separarcene e per molti (anche buoni) motivi. Essere offline è un lusso e gran parte della nostra vita ormai dipende dalla nostra raggiungibilità attraverso il cellulare.
Esistono però modi per moderarne la nostra dipendenza, limitandola ai casi davvero necessari.
Qualche consiglio?
– Non avere installate app di social network
– Usare solo app davvero utili (mail, agenda, telefono, banca, app di corsa, ovviamente)
– Non usarlo dopo una certa ora di notte
– Prendere in mano un libro (e leggerlo!) quando si ha la tentazione di dare un’occhiata a Facebook, Instagram o TikTok.
2. Non paragonarti agli altri
Facciamo uno sport che misura qualsiasi cosa: tempi, distanze, millimetri di intersuola. Non paragonarsi agli altri è difficile però spesso non considera un fattore fondamentale: non siamo gli altri e l’idea che ne abbiamo è basata su supposizioni spesso molto tirate a caso. I tempi che questo e quello fanno su una mezza sono dati oggettivi ma il come ci siano riusciti – dimenticando per un attimo che magari sono più portati atleticamente di noi – non è dato saperlo con esattezza. Ma poi conta davvero? Hai proprio bisogno di misurare la tua vita su quella di altri?
Sai perché succede? Sai perché ci paragoniamo spesso agli altri? Perché non ci conosciamo bene e cioè non conosciamo bene i nostri reali bisogni. Se lo sapessimo cercheremo di soddisfarli e non li scambieremmo con quelli di altri, finendo per esserne frustrati perché… non siamo gli altri.
Chiediti insomma cosa ti può dare serenità a prescindere da tutto e tutti. Fare una mezza e chissenefrega del tempo. Allenarti una volta in più alla settimana. Fare un viaggio.
Qualsiasi cosa, basta che tu la faccia davvero perché lo vuoi e perché pensi che ti possa fare bene, non perché la fanno altri.
3. Non rimandare
Noi tutti compiliamo lunghissime e puntigliose to-do list di cose da fare, più o meno importanti. C’è chi lo fa per iscritto, chi usa app, chi le tiene a mente. Il risultato in ogni caso è che non riusciamo a starci dietro e la cosa ci causa molto disagio. Abbiamo sempre la sensazione di non riuscire a completare quello che dobbiamo fare e la sensazione è resa ancora più sgradevole dal fatto che la mente viene gratificata quando constata che qualcosa è stato fatto. E viene frustrata se non succede.
Come fare quindi? Non fare to-do list? Certo che no, purtroppo di cose da fare ne abbiamo e ne avremo sempre. Una cosa che si può invece fare è dividere questa lista in cose che si possono fare velocemente e altre che richiedono più tempo. Non mescolare tutto insieme è insomma già un punto di partenza.
Fatte le cose più veloci otterrai due risultati: molta soddisfazione perché la mente vedrà tanti segni di spunta e più tempo e spazio mentale per fare le cose più impegnative.
Per poi iniziare ad attaccare proprio quelle.
4. Non pensare in negativo
Non c’è niente di male a pensare alle cose negative. Si tratta di un meccanismo mentale antichissimo e molto funzionale: serve a pescare nella memoria eventi passati non piacevoli per evitarli nel presente, o a paragonare a questi situazioni che stiamo vivendo, per capire come affrontarle. È, in altri termini, un sistema di difesa con cui ci proteggiamo da potenziali disgrazie.
Indugiare su questi pensieri ha però un effetto perverso perché ti porta a pensare che se una cosa è andata male in passato lo farà sicuramente per sempre, rinnovando il disagio.
Bisogna mantenere insomma una distanza di sicurezza con i pensieri negativi, guardandoli come una scogliera su cui ci si potrebbe schiantare se non si cambia rotta ma sulla quale non è affatto detto che ci si schianterà. Il pensarlo infatti presuppone che non si creda di avere un qualche potere sulla direzione della nostra vita e invece lo abbiamo, eccome.
Valuta quindi il rischio di certe situazioni ma non pensare che per forza debba verificarsi il peggio. Ricorda anche che l’ansia è una proiezione di una paura e del senso del pericolo nel futuro, e non si riferisce a ciò che ti sta accadendo ora. Non sei quindi in pericolo adesso ma temi di esserlo in futuro.
5. Non stabilire limiti
Siamo esseri complessi, si sa. La nostra vita è un equilibrio (in)stabile fra diversi ambiti: il lavoro, la famiglia, noi stessi, la società. Quando uno o più di questi ambiti pesa più degli altri è inevitabile che questi ne soffrano. Lavori molto e ne hai soddisfazione ma trascuri la famiglia. Ti dedichi solo a questa ma non hai altre soddisfazioni. I casi sono diversi ma bene o male li abbiamo conosciuti tutti.
Come cercare di limitare il potere di uno sull’altro? Fissando dei confini invalicabili. Non permettere per esempio al tuo lavoro di insinuarsi nella tua vita privata. E, allo stesso modo, non portare i malumori di casa al lavoro.
Ok, ma in termini pratici? C’è un bellissimo e utilissimo sistema apparentemente folle, e consiste nel pianificare la tua agenda inserendo il tempo per te stesso o te stessa (quello che gli americani chiamano il “me-time”, cioè il “tempo per me”) insieme a quello per la famiglia e per il lavoro. E nel tempo per te mettici quel che vuoi, dagli allenamenti alla lettura al fai da te. Non trascurare però anche gli altri. Stabilire dei confini significa dedicare attenzione a ciò che c’è all’interno di essi, evitando che si invadano l’un con l’altro.
6. Non prenderti cura di te
Questa potrebbe essere la miliardesima volta che lo ripetiamo e anche la miliardesima che non vinciamo niente ripetendolo: mens sana in corpore sano. Oddio, ancora? Sì, ancora. Per un semplice motivo: se trascuri la cura del tuo corpo e della tua mente è improbabile che certi stimoli positivi ti arrivino dall’esterno. Un rapporto equilibrato con gli altri e con la vita deriva inevitabilmente da un livello minimo di soddisfazione personale.
Pensare bene, stare bene nel proprio corpo, riposarsi, mangiare cose buone, sono tutte azioni che realizzano una condizione di cura e attenzione nei confronti di se stessi. Per poi essere più in equilibrio con gli altri.
E se già corri quella casella l’hai spuntata. E la mente te ne è grata.