Chi fermerà Eliud?

Mentre ci prepariamo a vederlo correre ancora una volta per le strade della capitale tedesca ci interroghiamo sul futuro del campione capace di imprese straordinarie.


  • Eliud Kipchoge, leggenda della maratona, ha stabilito record straordinari e ispirato atleti di ogni livello.
  • Nonostante l’età, Eliud si prepara per la maratona di Berlino, mantenendo viva la speranza di ulteriori trionfi.
  • La carriera di Eliud, segnata da successi straordinari, potrebbe culminare con una vittoria olimpica a Parigi 2024.

 

Mentre la domanda che si pone a ogni gara un comune corridore è quando riuscirà a diventare più veloce, il mondo si chiede quando il più veloce maratoneta di sempre, Eliud Kipchoge, rallenterà.

Eliud ha riscritto la storia della maratona diventando una leggenda. Il suo attuale record del mondo di 2:01:09 e il tempo di 1:59:40 conseguito nel 2019 in occasione dell’Ineos 1:59 Challange a Vienna – ossia il tentativo dell’atleta keniota di correre i 42 chilometri 195 metri in meno di 2 ore – sono imprese straordinarie, fonte di ispirazione per ogni categoria di atleta, élite o amatore, delle generazioni presenti e future.

Tutto ha una fine

Se il suo mito rimarrà inciso in maniera indelebile nella storia, dobbiamo accettare il fatto che anche il nostro Eliud è un essere umano come ciascuno di noi. Gli anni passano per tutti e il tempo non guarda in faccia a nessuno. Arriverà il momento in cui dovrà affrontare la parabola discendente della sua magnifica carriera.

Tuttavia quel momento non è ancora arrivato per il corridore trentottenne, che il 24 settembre si ripresenterà sulla linea di partenza della maratona di Berlino, per provare a farci rivivere le emozioni di un anno fa quando vinse la gara per la quarta volta segnando per la seconda volta un record del mondo. Eliud ci sarà e sarà lì per farci sognare ancora una volta.

Assisteremo all’inizio di un grande epilogo che culminerà con la vittoria di una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi dell’anno prossimo? Staremo a vedere.

Il momento giusto

La storia di Eliud è costellata da grandi risultati, a partire con la vincita della specialità dei 5000m ai campionati del mondo del 2003 battendo la leggenda marocchina Hicham El Guerrouj e l’etiope Kenenisa Bekele. Da quella vittoria, conseguita all’età di 18 anni, Eliud ha gettato le basi della sua straordinaria carriera di corridore. Una carriera che tutti vorremmo vedere culminare con una vittoria olimpica nella maratona, un’impresa ancora più sensazionale se pensiamo che l’anno prossimo Eliud compirà 40 anni.

Dopodiché la carriera del corridore molto probabilmente giungerà al termine. Con ogni probabilità non accadrà nell’immediato e non in maniera brusca. Vedremo ancora Eliud librarsi sulle strade delle città del mondo per correre come solo lui è capace di fare. Ma per un atleta del suo livello, una volta raggiunto l’apice della carriera, come ogni grande campione, arriverà il momento in cui farsi da parte. L’hanno fatto prima di lui Michael Jordan, Tiger Woods, Serena Williams, Shalane Flanagan, Usain Bolt, Allyson Felix, per citarne alcuni. Hanno cavalcato l’onda fino al picco massimo, senza ostinarsi a proseguire oltre.

Fare la differenza

Nessuno può essere paragonato a Eliud. Né in termini di prestazione né di seguito e livello di influenza a livello globale. Credo che ognuno di noi si sia affezionato all’atleta in una o nell’altra occasione. Una persona in grado di creare una forte empatia con il pubblico che l’ha sostenuto e acclamato sul campo gara o da casa. Tutti abbiamo avuto l’istinto di fare il tifo per lui. Abbiamo sofferto e gioito insieme al nostro beniamino.

Più di ogni altro, Kipchoge è stato uno dei primi atleti africani a godere di una forte e consolidata notorietà a livello globale. Eliud è stato in grado di fare ciò che altri campioni nel mondo della corsa non erano ancora stati capaci di sfruttare: la forza della comunicazione digitale per trasmettere messaggi positivi e creare contenuti in grado di smuovere gli animi di chiunque fosse ben predisposto ad accogliere un messaggio.

Ciò che differenzia Kipchoge è la consapevolezza e la capacità di essere implacabile nella ricerca dell’eccellenza e di credere fermamente nel potere della condivisione dell’intero processo. Non c’è trucco, non c’è inganno direbbe qualcuno. “Solo” un grande uomo, un grande atleta, un grande campione. 

Solo le persone che nella vita hanno disciplina possono ritenersi libere. Se sei indisciplinato, sei schiavo dei tuoi stati d’animo e delle tue passioni.

Eliud Kipchoge

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