Gli ottimisti corrono meglio

Guardati allo specchio e parla con gentilezza alla persona che vedi riflessa: vedrai che andrai più forte in gara e nella vita.

È la mattina della gara, la sveglia è suonata ben prima dell’alba e l’adrenalina scorre già copiosa nelle vene. Che sia LA gara, quella che prepari da tempo e per la quale hai fatto le levatacce e hai seguito la tabella pedissequamente oppure la corsa di duemilatrecentoquattro metri a cui partecipi per stare in compagnia con gli amici, hai comunque fatto tutte quelle cose scaramantiche che non possono mancare.

Lo so che stai sorridendo e facendo sì sì con la testa, ti vedo! Di gesti preparatori ne compiamo in maniera automatica a decine, nella maggior parte dei casi senza nemmeno accorgerci di farlo, ma quelli che accompagnano la corsa, in particolare quelli che facciamo nelle ore precedenti ad una gara, sono gesti a cui prestiamo grande attenzione. Tra questi, oltre al preparare l’abbigliamento dalla sera prima, scendere dal letto sempre con lo stesso piede, mangiare sempre le stesse cose e nello stesso ordine, si deve annoverare anche l’autoconvincimento, la motivazione che diamo a noi stessi allo specchio e che ci fa dire che “siamo pronti per la gara”. Lo abbiamo detto tante volte che queste cose fanno bene, ma una cosa è parlare per le proprie esperienze personali, che sono appunto personali, una cosa è dire che per la maggior parte delle persone siano valide.

Ottimisti vs Pessimisti

Ecco, da ora abbiamo anche il supporto della scienza, perché quest’anno è stata pubblicata una bella review (cioè una analisi di diversi lavori scientifici) che spazia dal 1993 al 2021 e che prende in considerazione proprio questo tipo di dati. Ci sono dentro quasi trent’anni di interviste condotte a circa 20.500  atleti di vari sport e vari livelli, spaziando da quanto si reputino in forma alle frasi che si dicono allo specchio per darsi la carica, andando a identificare due macrocategorie: gli ottimisti e i pessimisti. La sto facendo davvero molto semplice eh, è una identificazione sommaria e sotto ci sono centinaia di sfaccettature, ma visto che anche i ricercatori che ci hanno lavorato hanno cercato di semplificare al massimo, direi che possiamo seguire la loro linea.

In brevissimo, dicono che quegli atleti che prima delle gare si danno una valutazione positiva, si motivano con mantra e gesti abitudinari sono più inclini a ottenere risultati migliori rispetto alle gare precedenti, mentre chi si reputa male allenato, chi ha timore di farsi male o non ritiene di essere portato per quello sport non ottiene risultati in linea con le proprie effettive possibilità.

Il fatto che secondo i ricercatori è comunque da rimarcare è il salto qualitativo per la vita quotidiana degli atleti che partecipano alle gare, sia di quelli che appartengono alla categoria degli ottimisti, sia dei pessimisti, qualunque sia il loro livello e qualunque sia il risultato che ottengono.

La preparazione di una gara, lo stabilire un obiettivo, il mettersi in gioco sono tutti fattori che determinano un miglioramento della qualità della vita. Lo studio si conclude con una frase che riporto quasi per intero, perché esprime tutto il senso di quanto hai letto fino ad ora:

Per quanto sia necessario condurre ulteriori ricerche, gli atleti dovrebbero concentrare le loro energie per gareggiare, […] poiché gli aspetti positivi superano gli svantaggi.

Ispirato da The Athletic Identity Measurement Scale: A Systematic Review with Meta-Analysis from 1993 to 2021, di Lochbaum et al., 2022

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